Per la Fao sono l’alimento del futuro, ma prima che arrivino sulle nostre tavole gli insetti potrebbero presto finire nelle ciotole dei nostri animali domestici. L’idea di utilizzarli come mangimi è di Diptera, start-up vincitrice dell’edizione 2014 del Premio Nazionale per l’Innovazione (Pni) nella categoria Agrifood-Cleantech, dedicata ai progetti innovativi in campo agricolo e ambientale. Ne abbiamo parlato con Vittorio Bava, fondatore di Diptera.
Dipendente Google in Irlanda fino al 2012, Bava ha avuto l’idea durante un viaggio nato per trovare nuove ispirazioni imprenditoriali. Meta scelta l’Asia, continente in cui gli insetti sono cibo abituale. “Avevo già mangiato gli insetti (chapulines, dei grilli fritti che si sgranocchiano per accompagnare l’aperitivo in Messico), ma in Asia sono rimasto colpito dalla diffusione di questo alimento”, racconta il fondatore di Diptera. Secondo stime della Fao in effetti, sono oltre mille le specie commestibili e gli insetti sono consumati nel mondo, più di 200 delle quali proprio in Asia.
“Facendo delle ricerche ho scoperto che negli Usa si vendono già delle barrette proteiche per sportivi a base di farina di grilli, a cinque dollari l’una. Ho pensato che fosse una bella idea e il mercato sembrava una nicchia profittevole. Però poi mi sono accorto che c’è un mercato ben più grande nei mangimi per animali, e il cosiddetto yuck-factor (il rifiuto istintivo di mangiare insetti, ndr), così diffuso fra gli occidentali, non sarebbe stato un problema per l’alimentazione animale. D’altronde, cosa mangiano i volatili o i pesci allo stato brado? Dare da mangiare agli animali quello che hanno sempre mangiato da milioni di anni è un po’ come ripristinare l’ordine naturale delle cose”.
Per la produzione, Diptera utilizzerà inizialmente larve di Hermetia Illucens, comunemente detta mosca soldato nera. “Questa specie è l’ideale per i mangimi perché durante lo stadio larvale mangia voracemente, ingrassando a vista d’occhio, e le larve sono piene di proteine e grassi. Per il futuro stiamo considerando anche la Musca Domestica (la mosca comune), il Tenebrio Molitor (verme della farina, ottimo anche per il consumo umano) e il Bombyx Mori (baco da seta, solo per la trasformazione, non per l’allevamento)”, aggiunge Bava.
Gli insetti verranno nutriti con scarti dell’industria alimentare, riutilizzando così risorse che altrimenti verrebbero destinate alla discarica, con conseguente inquinamento geologico e atmosferico. Ma questo è solo uno dei vantaggi che deriverebbero da questo tipo di produzione. “Quello principale è che le farine proteiche a base di insetti possono essere prodotte a costi inferiori rispetto alle farine di pesce”, sottolinea Bava. “A livello nutrizionale, le proteine sono le stesse della farina di pesce, sia come percentuale sia come profilo aminoacidico. Per quanto riguarda la sostenibilità, i prodotti a base di insetti hanno numerosi vantaggi: nella misura in cui sostituiscono gli insostenibili prodotti a base di pesce, permettono il ripristino della fauna marina; inoltre si riducono le emissioni dovute al trasporto di milioni di tonnellate di materiale dal Sud America, da cui l’Europa importa il 90% delle farine di pesce. E visto che sostituiscono anche i prodotti a base di soia o altri vegetali, si liberano risorse come terra e acqua per l’alimentazione umana”.
Dopo il successo al Pni, Diptera è al lavoro per dare il via alla produzione su larga scala, la cui partenza è prevista per il primo o il secondo trimestre del 2015. Il processo sarà largamente automatizzato, in modo da garantire un prodotto di alta qualità e con costi contenuti. Come spiega Bava ci sono tuttavia ancora alcuni ostacoli a carattere legislativo da superare. “Oltre alla forse comprensibile sorpresa degli enti che dovrebbero rilasciare le autorizzazioni, c’è anche un’area grigia della normativa: al momento per l’Unione Europea è normale che un pollo mangi una sarda (tramite un mangime con farina di pesce) ma non una larva (che il pollo, specialmente se biologico, mangia lo stesso, infischiandosene dell’Ue).
Fortunatamente le cose si stanno muovendo, nel tardo 2015 dovrebbe arrivare una disciplina dedicata agli invertebrati che risolva ogni dubbio”. Bava precisa infatti che per il momento è possibile usare mangimi a base di insetti esclusivamente per animali domestici, da pelliccia e da zoo, ma dal prossimo anno dovrebbe esserne esteso l’utilizzo anche per gli animali d’allevamento come pesci, uccelli e suini. Rimangono tuttavia esclusi i ruminanti. “La parte difficile di questo business è produrre su scala industriale”, conclude Bava. “Ho sempre avuto un interesse forte sia per la biologia che per l’automazione, sono genuinamente eccitato da questa sfida”.
Credits immagini: Thomas Shahan/Flickr
sono interessato alla farina di insetto per alimentazione animale
Com’è andata a finire?
Almeno per il bestiame da allevamento!