L’esercizio fisico regolare, è noto, fa bene al cuore. Ma per ridurre drasticamente i rischi legati a malattie cardiovascolari (MCV) non è necessario essere grandi sportivi: Bastano 150 minuti di attività fisica moderata a settimana. Insomma, letteralmente una passeggiata (al giorno). Lo dice uno studio, pubblicato su The Lancet, che ha coinvolto più di 130mila partecipanti di diciassette paesi (e quattro continenti), seguiti dai ricercatori nel corso di sette anni.
Sulla base dei dati raccolti i ricercatori hanno infatti stimato che nelle fasce di popolazione mediamente attive si registrano, indipendentemente dal reddito e dalla localizzazione geografica, il 20% in meno di problemi cardiovascolari severi e il 28% in meno di decessi ad essi collegati rispetto agli individui più sedentari. E i benefici aumentano con l’esercizio: tra coloro che sono molto attivi, ovvero che si esercitano fino a 750 minuti a settimana, i casi di problemi cardiovascolari severi si riducono di un ulteriore 12%. Non sembrano invece esserci controindicazioni dovute ad un’attività fisica più intensa, anche fino a 2500 minuti a settimana.
Il PURE (Prospettiva Epidemiologica Urbana e Rurale) è finora uno degli studi più estensivi in materia: non solo ha coinvolto soggetti di paesi ad alto, basso e medio reddito, residenti in aree urbane e rurali, ma ha considerato anche l’effetto di attività fisiche diverse da quelle sportivo-ricreative, includendo anche le modalità di spostamento quotidiano e i lavori domestici.
I partecipanti, di età compresa tra i 35 e gli 70 anni, hanno risposto alle domande di un questionario disegnato per determinare il tasso complessivo di attività fisica e hanno fornito informazioni sul loro stato socio-economico e sul loro stile di vita, di cui i ricercatori hanno tenuto conto nella loro analisi statistica.
Sul totale dei partecipanti, il 18% è risultato sedentario (<150 minuti di moto a settimana), mentre il 44% altamente attivo (>750 minuti di moto a settimana). Registrando lo stato di salute dei partecipanti (e gli eventuali decessi) dal 2003 al 2010, i ricercatori hanno osservato che l’incidenza di malattie cardiovascolari era più bassa tra la popolazione almeno mediamente attiva (3.6% contro il 5.1% dei sedentari) e la mortalità si riduceva dal 6.4% al 4.2%. Con questi numeri, continuano gli autori, se l’intera popolazione seguisse le raccomandazioni in materia di attività fisica si potrebbero prevenire l’8% delle morti e il 4,6% di malattie cardiovascolari.
Che sia una corsa all’aria aperta o semplice lavoro casalingo, che si usi la bici per pedalare in campagna o per andare a lavoro non fa differenza: l’importante è essere attivi per almeno 30 minuti cinque giorni su sette. Le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), del resto, raccomandano già agli adulti tra i 18 e 65 anni di età di praticare un’attività aerobica per circa mezz’ora al giorno cinque volte a settimana e, negli altri due giorni, di esercitare e rafforzare i muscoli.
Malgrado mezz’ora al giorno di moto non sembri così difficile da praticare, si stima che circa un quarto della popolazione mondiale (il 23%) non segua le raccomandazioni dell’OMS. Soprattutto nelle aree più povere del mondo, in cui le malattie cardiovascolari sono tra le principali cause di mortalità, una moderata attività fisica sarebbe invece un’alternativa valida e low-cost ad altre strategie di prevenzione, dall’alimentazione all’assunzione di farmaci.
Riferimenti: The Lancet