Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Investigation confuta l’attuale teoria sulla formazione dei calcoli renali. Attualmente, infatti, si pensa che i sassolini calcarei si formino in seguito a un danno del tessuto del rene e che siano costituiti da ossalato di calcio. Ma i nuovi dati raccolti in collaborazione tra Indiana University School of Medicine, Clarian Health Partners e University of Chicago smentiscono entrambe le assunzioni. In realtà, spiega Andrew P. Evan che ha condotto la ricerca, i calcoli cominciano a depositarsi, anche in assenza di una lesione, sotto forma di cristalli di fosfato di calcio. Questo minerale, un comune componente delle ossa e dei denti, solo più tardi viene sostituito dall’ossalato. Il team di ricercatori, mediante analisi a infrarossi sui tessuti provenienti da biopsie dei pazienti, ha inoltre localizzato le zone dove ha inizio il processo: si tratta di un’area centrale del rene, chiamata papilla, come aveva già ipotizzato nel 1940 lo studioso Alexander Randall. Grazie a questa scoperta e alle nuove tecniche di analisi sarà dunque possibile individuare precocemente lo sviluppo dei calcoli, che possono impiegare anche dieci anni per formarsi. (v.n.)