Il nostro corpo non è l’unico a subire gli effetti degli anni che passano. Non sono solo le nostre cellule che vengono costantemente sostituite per tutta la vita, ma è anche il nostro modo di pensare e di comportarci – la nostra personalità, insomma – che cambia nel corso della nostra esistenza: un team di ricercatori dell’Università di Edimburgo è riuscito a dimostrare, per l’appunto, che la personalità umana cambierebbe radicalmente dalla giovinezza alla vecchiaia. Tanto che la personalità di una persona a 14 anni è completamente diversa rispetto alla personalità della stessa a 77 anni.
I risultati sono stati poi raggruppati in un unico punteggio complessivo che indicava un singolo tratto chiamato “affidabilità espressa”, una caratteristica paragonabile alla coscienziosità.
E ora, a distanza di più di 60 anni, il team inglese è riuscito a ricontattare 635 degli allievi di allora, dei quali 174 hanno accettato di sottoporsi nuovamente al test sulla loro personalità.
Al gruppo di persone, che avevano ormai un’età media di 77 anni, è stato chiesto di valutare se stessi sui sei tratti della personalità, e chiedere, inoltre, a un amico stretto o un familiare di fare lo stesso test. I risultati, ancora una volta, sono stati riuniti nell’unico punteggio affidabilità espressa. Quando i ricercatori hanno confrontato i risultati dei due studi, non hanno trovato alcuna correlazione nella personalità che caratterizzava la loro adolescenza e quella invece presente nella vecchiaia.
“Siamo rimasti sorpresi dai nostri risultati”, spiegano i ricercatori, “perché le ricerche precedenti avevano evidenziato una stabilità della personalità nelle persone testate dall’infanzia alla mezza età, e dalla mezza età in età più avanzata”. Il team di ricercatori suggerisce, quindi, che, poiché subiamo tanti piccoli cambiamenti di personalità nel corso della nostra vita, gli studi precedenti che che hanno analizzato solo i tratti della personalità su una parte della vita di una persona, mancavano di un quadro più ampio. “Come risultato di questo cambiamento graduale, la personalità può apparire relativamente stabile negli intervalli brevi. Tuttavia, più è lungo l’intervallo tra le due valutazioni della personalità, più debole sarà il loro rapporto. Il nostro studio dimostra, quindi, che in un intervallo di 63 anni, non c’è praticamente alcuna relazione”, concludono i ricercatori.
Via: Wired.it