Gli studi scritti da Isaac Newton a Cambridge, tra cui diverse edizioni del Principia, sono stati aggiunti dall’UNESCO al catalogo del programma Memoria del Mondo, fondato nel 1992 con lo scopo di salvaguardare il patrimonio dell’umanità da possibili rischi quali amnesia collettiva, negligenza, passaggio del tempo, condizioni climatiche e distruzione deliberata.
Conservati nella biblioteca dell’Università di Cambridge, gli studi scientifici e matematici di Newton rappresentano un archivio importantissimo dal punto di vista scientifico e intellettuale, documentando lo sviluppo delle sue teorie sulla gravità e sull’ottica e rivelando come queste si sono evolute attraverso numerosi esperimenti, calcoli, corrispondenze e revisioni. A questi si aggiungono gli studi alchemici conservati al King’s College e i suoi taccuini e lettere raccolte dal Trinity College e dal Fitzwilliam Museum. Si tratta di fatto della più grande raccolta di scritti di Newton a livello mondiale. Newton, arrivato a Cambridge nel 1661 come studente, divenne professore di matematica nel 1669, una posizione che occupò fino al 1701.
Tra i pezzi più importanti ci sono diverse copie della prima edizione del Philosophiæ Naturalis Principia Mathematica, risalente al 1687 e noto in italiano come I principi matematici della filosofia naturale, il trattato in tre volumi in cui Newton ha enunciato le leggi della dinamica e la legge della gravitazione universale. Queste edizioni sono ricche di correzioni, revisioni e note aggiunte a mano dall’autore. La collezione comprende inoltre una ricca corrispondenza con altri importanti filosofi naturali e matematici dell’epoca, tra cui Henry Oldenberg, segretario della Royal Society, Edmond Halley, Richard Bentley e John Collins.
“La vita e gli scritti di Netwon continuano ad attirare attenzione e nuove prospettive sul nostro posto nell’Universo,” ha aggiunto Jess Gardner, curatrice della Cambridge University Library, “Continueremo a lavorare con accademici e curatori a livello internazionale per rendere gli scritti di Netwon accessibili ora e per le generazioni future”.
Riferimenti: University of Cambridge