Si chiama Gary, somiglia a un tablet ma in più dotato di un sistema di tracciamento oculare che permette di attivarlo e di farlo così parlare. Già perché Gary – acronimo di gaze and read it by yourself – è un sintetizzatore vocale azionato dallo sguardo, sviluppato per aiutare i bambini con dislessia nella lettura. E magari aiutare anche l’apprendimento di nuove lingue. E i primi dati raccolti sul campo sono promettenti. “L’uso di Gary aumenta la comprensione della lettura nei bambini e bambine con dislessia rispetto a un tradizionale strumento di sintesi vocale, mostrando un miglioramento del 24% in media nei punteggi di comprensione del testo”, fanno sapere in una nota l’Università di Trento e la Fondazione Bruno Kessler, che hanno condotto lo studio. I risultati sono stati pubblicati su Journal of Computer Assisted Learning.
Gary è sostanzialmente uno strumento di assistenza alla lettura, ma calibrato direttamente da chi legge. Infatti non si limita a riprodurre le parole di un testo, ma procede a farlo con una velocità settata dalla velocità di lettura del bambino, grazie appunto al sistema di tracciamento oculare, che permette di muoversi nel testo rispettando il ritmo di chi guarda e legge. Basta uno sguardo in sostanza per cambiare la velocità di riproduzione della voce da parte di Gary, come mostrato nel video.
“Il miglioramento – spiega Massimo Zancanaro, tra gli autori del lavoro, che ha confrontato le capacità di lettura di 20 bambini tra gli 8-10 anni con dislessia e 20 controlli – è evidente rispetto alle tecnologie di supporto alla lettura basate sul solo audio. Tecnologie, queste, che non agiscono sull’attenzione del bambino, ma che invece tendono solo a sollevarlo dalla difficoltà della lettura di un testo”. A trarne maggior beneficio nella comprensione del testo sembrano essere soprattutto i bambini con più difficoltà di lettura. Benefici potenzialmente attribuibili a una migliore integrazione tra testo visivo e audio grazie al sistema di Gary auto-regolato dallo sguardo, concludono gli autori, e che potrebbero rivelarsi utili in caso di dislessia. Se studi successivi, su un campione più esteso, confermeranno i risultati.
Riferimenti: Journal of Computer Assisted Learning
Credits immagine di copertina: Annie Spratt on Unsplash