Sono state svolte analisi accurate e approfondite, è stato stabilito che i benefici superano i rischi ed è stato aggiornato anche il suo bugiardino. Ma il vaccino anti-Covid di AstraZeneca non smette di far discutere: continuano, infatti, a preoccupare i pochi casi di trombosi rare successivi alla vaccinazione. Tanto che, dopo il via libera da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) che ha valutato il vaccino sicuro ed efficace, in questi giorni alcuni paesi hanno nuovamente deciso di sospenderlo. In Olanda, per esempio, le somministrazioni sono state completamente bloccate, mentre in Germania, Francia e Canada AstraZeneca verrà somministrato in base all’età, ovvero agli over 60 o agli over 55.
Il nesso tra vaccino e trombosi c’è
Solo la settimana scorsa, gli esperti dell’Ema avevano dichiarato che dalla revisione dei dati non era emerso alcun fattore di rischio specifico, come l’età (in riferimento al recente stop della Germania per le persone con meno di 60 anni), il sesso o una precedente storia medica di disturbi della coagulazione, per questi eventi molto rari. “Un nesso causale con il vaccino non è dimostrato, ma è possibile e ulteriori analisi sono in corso”, si legge nella recente nota dell’Ema. Oggi, riporta il Messaggero, conclusioni preliminari indicherebbero che invece esisterebbe un’associazione con il vaccino, anche se non è ancora chiaro quale sia il meccanismo alla base di questi eventi.
A dichiararlo è Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini dell’Ema, che sottolinea che i casi sono estremamente rari e il rapporto beneficio e rischio è nettamente a favore del vaccino. “Ma ora è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto fra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine”, spiega l’esperto. Sebbene servano ancora analisi e valutazioni approfondite, questa settimana verranno intanto fornite “definizioni preliminari, ma difficilmente arriveremo a indicare dei limiti di età come hanno fatto alcuni paesi”, continua Cavaleri. Sulla base di tutti i dati attualmente disponibili, infatti, l’Ema dovrebbe emettere una raccomandazione aggiornata durante la sua riunione plenaria di aprile (6-9 aprile).
Lo studio sulle trombosi rare
Ricordiamo, inoltre, che un nuovo studio ha suggerito che il vaccino è associato allo sviluppo di eventi trombotici che somigliano alla trombocitopenia indotta da eparina (Hit), curabile se identificato tempestivamente. Va precisato, tuttavia, che la ricerca, condotta dall’agenzia regolatoria tedesca per i farmaci Paul Ehrlich Institut e dalle università di Greifswald (Germania), McMaster (Canada) e di Vienna (Austria), è ancora in pre-print ed è stata pubblicata sul sito Research Square, che appunto presenta studi non ancora sottoposti a revisione scientifica. Per dimostrare l’associazione tra il vaccino e i rari casi di eventi trombotici, i ricercatori hanno preso in esame 9 pazienti in Germania e in Austria, di cui 8 donne, di 36 anni d’età in media, che hanno sviluppato trombosi a seguito della somministrazione, precisamente tra i 4 e i 16 giorni successivi al vaccino.
Di questi, 7 pazienti avevano sviluppato una trombosi venosa cerebrale, un paziente ha presentato un’embolia polmonare e l’ultimo una trombosi venosa splancnica. Dei pazienti, 4 sono deceduti e sono risultati positivi per gli anticorpi anti-Pf4/eparina (per Pf4 si intende il fattore piastrinico 4) e per gli anticorpi attivanti le piastrine. Meccanismi, spiegano i ricercatori, simili a quelli che si verificano nella trombocitopenia indotta da eparina. In conclusione, scrivono gli autori, “il vaccino Azd1222 [chiamato ora Vaxzevria, ndr] è associato allo sviluppo di un disturbo protrombotico che somiglia clinicamente alla trombocitopenia indotta da eparina, curabile se identificata tempestivamente, ma che mostra un diverso profilo sierologico”.
Piccolo vademecum sul vaccino AstraZeneca
A parlarne è stato anche il direttore scientifico dell’Humanitas di Milano Alberto Mantovani, secondo cui i casi gravi di trombosi osservati dopo il vaccino di AstraZeneca “potrebbero essere forse causati, secondo una recente pubblicazione, dalla formazione di autoanticorpi, come succede, in rarissimi casi, durante trattamenti con eparina: una condizione definita Vipt (Vaccine induced prothrombotic immune thrombocytopenia)”, commenta l’esperto in un’intervista al Corriere della sera. “Se confermata, l’osservazione potrebbe guidare la diagnosi e la terapia di questi, pur molto rari, eventi avversi”.
Via: Wired.it
Credits immagine di copertina: Mufid Majnun via Unsplash