Si torna a parlare di coronavirus e trombosi. Oggi 13 aprile gli Stati Uniti hanno chiesto una sospensione temporanea e precauzionale del vaccino di Johnson&Johnson/Janssen dopo la segnalazione di 6 casi di una rara forma di trombosi cerebrale su 6,8 milioni di vaccinati. Non è chiaro se ci sia un qualche legame, ma la pausa sarebbe frutto di un “eccesso di cautela”, come scrivono in una nota ufficiale i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) e la Food and Drug Administration (Fda), che l’hanno domandata. Sull’onda della richiesta negli Usa, anche in Europa, dove il vaccino è approvato ma non ancora in uso, è appena arrivata la notizia che l’azienda rinvierà la distribuzione. Dunque, anche in Italia slitterà la data di inizio della somministrazione, prevista fino a qualche giorno fa per il 19 aprile. “Abbiamo deciso in maniera proattiva di rimandare il rilascio del nostro vaccino in Europa“, ha scritto l’azienda in una nota. Cosa sappiamo.
Approvato anche in Europa il vaccino di Johnson & Johnson
Cosa succede
Dopo il caso AstraZeneca oggi a far parlare di sé è il vaccino a singola dose sviluppato dalla divisione Janssen di Johnson&Johnson. La notizia della richiesta di questo stop negli Usa arriva il 13 aprile. In Italia è in corso una riunione al ministero della Salute sul caso J&J cui prende parte anche l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
Chi riguardano i 6 casi di trombosi
Dopo che sono stati segnalati 6 casi di una forma chiamata trombosi del seno venoso cerebrale – in sigla Cvst, è un tipo di trombosi cerebrale – associati a trombocitopenia o piastrinopenia, bassi livelli di piastrine nel sangue. Tutti gli episodi riguardano donne di età compresa fra i 18 e i 48 anni e con sintomi manifestati da 6 a 13 giorni dopo la vaccinazione. La pausa viene domandata in attesa che si valuti l’eventuale legame fra i casi segnalati e la vaccinazione. Attualmente, infatti, non è chiaro se sia collegato alle trombosi o se queste si sarebbero manifestate comunque.
Per capirlo, i Cdc per il 14 aprile hanno indetto un meeting dell’Advisory Committee on Immunization Practices (Acip), comitato dei Cdc che si occupa delle raccomandazioni sulla somministrazione dei vaccini, inclusa l’indicazione delle controindicazioni. Qualora fosse necessario potrebbe esserci un aggiornamento del foglietto illustrativo, come aveva preannunciato anche il comitato Prac per la farmacovigilanza dell’Ema, che aveva già fatto partire anche in Europa una valutazione dei casi.
Capire l’eventuale meccanismo è essenziale
Il tema del possibile collegamento fra la vaccinazione e la trombosi era già stato affrontato per il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca, per cui l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha segnalato un possibile legame, che si manifesta in rarissimi casi, con queste forme rare.
Di fronte a questi episodi l’Ema ha posto una domanda essenziale, ovvero quali sono i meccanismi alla base di questa associazione, qualora sia confermata. Rispondere è cruciale dato che il processo potrebbe in teoria riguardare non solo i vaccini di AstraZeneca e Johnson&Johnson, ma anche gli altri vaccini a vettore virale, ovvero lo Sputnik e il vaccino cinese di CanSino Biologics e dell’Istituto di biotecnologia di Pechino.
Via: Wired.it