Armati di binocolo la si può già vedere all’alba, ma fra pochi giorni la cometa C/2021 A1 Leonard raggiungerà la distanza minima dalla Terra e sarà visibile anche a occhio nudo.
Un saluto che forse è un addio
Scoperta all’inizio del 2021, da allora Leonard ha percorso circa 640 milioni di chilometri in un’orbita retrograda ellittica estremamente allungata, al limite dell’iperbolico. E’ una cometa dinamicamente nuova, ossia è la prima volta che passa in prossimità del Sole.
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Non si sa quale sia il suo periodo orbitale attorno alla nostra stella, e quindi non si sa quando tornerà nei pressi della Terra. Il 3 gennaio passerà il perielio, a circa 92 milioni di km dal Sole, e poi si allontanerà verso i confini estremi del Sistema solare. Questa potrebbe essere la prima e l’ultima volta che l’umanità ha la possibilità di vederla.
Come vedere la cometa C/2021 A1 Leonard
Per individuarla, si può usare come riferimento Arturo, una delle stelle più brillanti nel cielo notturno: la cometa Leonard si trova prospetticamente circa 7 gradi a nord-est. In questi giorni sorge alle 02:30 ed è visibile nel cielo del mattino nella costellazione del Boote (il guardiano dell’orsa) ma serve almeno un binocolo e un cielo abbastanza buio. A occhio nudo sarà visibile dal 12 dicembre quando, alle 14 UT (le 15 in Italia), avrà raggiunto la distanza minima dalla Terra – circa 34 milioni di chilometri – e avrà una luminosità di +4,5 magnitudini (per confronto, quella della cometa Neowise dello scorso luglio 2020 era +1, molto più brillante poiché la scala delle magnitudini è inversa).
In seguito, Leonard sarà visibile di sera, dopo il tramonto del Sole, in prossimità del pianeta Venere, successiva tappa del suo tour.
L’incontro ravvicinato con l’orbita di Venere
Proseguendo nel suo viaggio, infatti, il 18 dicembre, la cometa Leonard si troverà a soli 4.3 milioni di chilometri dal pianeta Venere. Un incontro che, per studiosi e appassionati, ha dell’eccezionale.
“La cosa interessante è che il 19 dicembre 2021 alle 21 UT Leonard sarà già a circa 12,5 milioni di km da Venere, che però si troverà a passare a soli 50 mila km dall’orbita della cometa, proprio sulla scia lasciata dal nucleo”, spiega a Galileo Albino Carbognani, ricercatore esperto di satelliti artificiali, comete e asteroidi all’Inaf di Bologna. La scia luminosa delle comete, prodotta dalla sublimazione dei materiali volatili del nucleo, è composta di gas e polveri che vengono via via persi nello spazio. Leonard non fa eccezione, anzi, già al momento della scoperta, quando si trovava a 5 unità astronomiche dal Sole, mostrava una discreta attività del nucleo.
“A questa distanza molto ridotta”, continua l’esperto, “Venere potrebbe intercettare una nube di granelli di polvere con dimensioni maggiori di 1 mm, potenzialmente in grado di provocare una “tempesta di meteore” nella sua atmosfera. Purtroppo, l’osservazione delle meteore su Venere non è facile, per via della grande distanza che ci separa dal pianeta, e sarebbero facilmente osservabili solo i bolidi più brillanti. L’osservazione di questo elusivo fenomeno però aiuterebbe gli astronomi a determinare l’attività del nucleo della cometa quando era a grandi distanze dal Sole, oltre le 30 unità astronomiche”.
L’incontro ravvicinato che ci sarà fra l’orbita della Leonard e Venere è fra i più stretti mai avvenuti fra un pianeta e una cometa a lunghissimo periodo – ricorda Carbognani– ed è superato, nella storia recente, solo dal flyby della cometa C/2013 A1 (Siding Spring) con Marte: il 18 ottobre 2014 è infatti passata a soli 140 mila km dal centro planetario, mentre poche ore dopo il pianeta è passato a soli 30 mila km dall’orbita della cometa. “Questo passaggio ravvicinato ha prodotto una pioggia di meteoroidi che è stata osservata indirettamente da diversi veicoli spaziali in orbita attorno al Pianeta rosso: accadrà la stessa cosa per Venere? Solo le – difficili – osservazioni al telescopio ce lo potranno dire”.