Se da una parte il numero di decessi aumenterà per l’invecchiamento della popolazione, dall’altra diminuirà quello causato dai dieci tumori più comuni in gran parte dei Paesi europei. Ci si aspetta, quest’anno, infatti, un calo del tasso di mortalità per gli uomini del 6,5% e per le donne del 3,7% rispetto al 2018. A fornire queste stime è un rapporto, giunto alla sua tredicesima edizione e appena pubblicato sulla rivista Annals of Oncology da un team di ricerca coordinato dall’Università di Milano in collaborazione con l’Università di Bologna e sostenuto da Fondazione Airc, che prevede che nel 2023 si verificheranno circa 1.262.000 morti per cancro nell’Unione europea, mentre nel Regno Unito circa 172.300. Tendenze, suggeriscono i ricercatori, che se dovessero continuare a questi ritmi, potrebbero portare a un ulteriore calo del 35% nel 2035.
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Lo studio
Per capirlo, i ricercatori, coordinati da Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università Statale di Milano, hanno passato in rassegna i dati relativi ai decessi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e analizzato i tassi di mortalità per tumore nel Regno Unito e nell’Unione europea, in particolare nelle 5 nazioni più popolose, ossia Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna. I tumori su cui si sono focalizzati per entrambi i sessi sono stati i dieci più comuni: stomaco, intestino, pancreas, polmone, mammella, utero, ovaio, prostata, vescica e leucemie. Considerando gli andamenti favorevoli osservati tra il 1989, anno successivo a quello in cui si è verificato il picco di mortalità per cancro, e il 2023, il team è riuscito a stimare che saranno stati evitati 5,9 milioni di morti in Ue e 1,24 milioni circa nel Regno Unito. La ricerca, inoltre, ha rilevato che nel 2023 nei Paesi europei è stato stimato un tasso di mortalità per tutti i tumori di 123,8 per 100.000 uomini e 79,3 per 100.000 donne. Nel Regno Unito i tassi saranno 106,5 e 83,5 per 100.000 rispettivamente per uomini e donne.
“Se l’attuale tendenza favorevole dei tassi di mortalità per tumore dovesse continuare, un’ulteriore riduzione del 35% entro il 2035 sarebbe possibile”, avverte La Vecchia, sottolineando come a contribuire a questi andamenti ci sia il controllo dei tabagismo, mentre bisognerebbe ancora lavorare su altri fattori di rischio, come l’obesità, diabete, consumo di alcol. “Per mantenerli nel tempo sono necessari ulteriori sforzi per controllare l’epidemia di sovrappeso, obesità e diabete, limitare il consumo di alcol, migliorare l’utilizzo degli screening per diagnosi precoce e le terapie, e controllare le infezioni virali per le quali esistono vaccini e terapie”, aggiunge l’esperto.
I fattori di rischio
Il fumo, tuttavia, è ancora un grosso problema, soprattutto per le donne. Ci sono, infatti, alcune neoplasie per cui non è previsto un miglioramento, anzi, come il tumore al pancreas e al polmone. Nei cinque Paesi europei presi in esame, sono stimati aumenti di mortalità per il tumore del polmone nelle donne del 14% in Francia, del 5,6% in Italia e del 5% in Spagna, con una diminuzione nel tasso tra i 25 e i 64 anni, e un aumento nelle over 65. “Il controllo del tabagismo si riflette nella diminuzione della mortalità per tumore al polmone”, commenta la responsabile dello studio Eva Negri, dell’Università di Bologna. “Ci sono ancora ampi margini di miglioramento, in particolare tra le donne, per le quali i tassi di mortalità per tumore del polmone continuano ad aumentare. Contrariamente a quanto notato per gli uomini, durante il periodo tra il 1989 e il 2023, nelle donne non risultano morti evitate per tumore al polmone nell’Ue”. Le donne del Regno Unito, tuttavia, continueranno ad avere un tasso di mortalità per tumore al polmone più elevato che in Europa, per la maggior diffusione del fumo nelle donne anziane. “Questo è dovuto al fatto che le donne attualmente con età compresa tra i 45 e i 64 anni, nate negli anni ’60 e ’70, hanno fumato meno e hanno smesso prima rispetto a quelle nate negli anni ’50, che erano ventenni negli anni ’70, quando il fumo tra le giovani donne era maggiormente diffuso”, aggiunge Matteo Malvezzi, ricercatore dell’Università di Milano.
Oltre al fumo, i fattori di rischio individuati dalla ricerca sono il sovrappeso e l’obesità per il tumore al colon-retto, allo stomaco, alla mammella in post-menopausa, ed endometrio (utero). Sebbene, infatti, i tassi di mortalità per cancro allo stomaco siano in calo, circa un terzo di questi si verifica nel cardias, che è associato al sovrappeso e all’obesità e, di conseguenza, al reflusso gastro-esofageo, noto fattore di rischio per questa neoplasia. Il tumore al colon-retto, infine, sarà la terza causa di mortalità per cancro nelle donne sia in Europa che nel Regno Unito con tassi di mortalità rispettivamente pari a 8 e 10 per 100.000 donne. E se i tassi dei decessi sono in calo in Europa, nel Regno Unito non mostrano miglioramenti. “Gli aumenti registrati sia nell’incidenza che nella mortalità per il tumore al colon-retto tra le giovani donne nel Regno Unito sono un dato preoccupante”, conclude Negri. “Questo può essere in parte spiegato dalla prevalenza di sovrappeso e obesità e dal consumo di alcol e tabacco”.
Via: Wired.it
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