La missione Dart (Double Asteroid Redirection Test) è stato il primo test su un asteroide per una strategia di difesa planetaria. Lanciata il 24 novembre 2021, la sonda Nassa ha colpito il suo obbiettivo, Dimorphos, il 26 settembre dell’anno seguente, riuscendo ad alterarne con successo l’orbita. I dati dell’esperimento, che verranno arricchiti da quelli che raccoglierà la missione Hera dell’Esa nel 2026, serviranno a calibrare una futura strategia difensiva, nel caso ci venissimo mai a trovarci nell’orbita di un asteroide potenzialmente pericoloso. E non è tutto, perché stando a uno studio a cui ha partecipato anche il Politecnico di Milano (disponibile per ora in preprint) la missione Nasa potrebbe aver raggiunto anche un altro traguardo, inaspettato: generare la prima pioggia di meteore artificiale, che potrebbe illuminare il cielo del nostro pianeta nell’arco dei prossimi 10 anni.
DART: parte la missione della Nasa per colpire un asteroide
Quando arriveranno i detriti sulla Terra?
I supercomputer della Navigation and Ancillary Information Facility della Nasa hanno permesso di seguire la traiettoria di oltre tre milioni di particelle distaccatesi dall’asteroide al momento dell’impatto, di dimensioni che vanno da 10 centimetri (le più grandi registrate dagli strumenti di LICIACube) ai 30 micrometri (le più piccole capaci di produrre un effetto visibile all’ingresso nella nostra atmosfera). E le simulazioni hanno confermato che alcune di queste particelle sono destinate a raggiungere la Terra, e anche Marte, entro un arco temporale di circa 10 anni.
L’esatta data di arrivo dipenderà dalla velocità a cui viaggiano i detriti: viaggiando a 1,5 chilometri al secondo i detriti più rapidi potrebbero raggiungere la Terra tra circa 7 anni, anche se le simulazioni indicano che è più probabilmente tra una trentina di anni che inizieremo ad osservare le prime meteore artificiali (escludendo, si intende, quelle prodotte da frammenti di satelliti e altri oggetti lanciati in orbita dalla nostra specie) nei cieli terrestri. Fortunatamente, i ricercatori assicurano che i detriti creati dall’esperimento Dart sono tutti di dimensioni e velocità troppo piccole per produrre danni sulla superficie terrestre. E si limiteranno quindi a regalarci qualche stella cadente in più nell’arco di qualche decennio.
via Wired.it
Credit immagine: Nasa