Un gruppo di 35 attivisti di Greenpeace ha bloccato ieri, a Monaco, l’apertura della conferenza diplomatica dell’Ufficio europeo dei brevetti (Epo). L’accusa, secondo l’organizzazione ambientalista, è quella di aver concesso un brevetto sulla genetica umana e animale a un’industria farmaceutica specializzata in biotecnologie. La richiesta avanzata dalla società, peraltro, dichiarava esplicitamente l’intento di isolare e propagare cellule provenienti da embrioni umani e animali. L’Ufficio brevetti ha quindi agito, per gli ambientalisti, in contraddizione con le direttive della Convenzione Europea sui Brevetti che proibisce concessioni di questo genere. “L’Epo ha superato illegalmente il mandato previsto dal suo trattato di fondazione”, ha dichiarato Fabrizio Fabbri, responsabile per l’Italia di Greenpeace, “ed è quindi inaccettabile che ignori i principi costitutivi e gli impatti negativi di questa decisione”. L’appello degli ecologisti ai rappresentanti dei 20 paesi aderenti alla conferenza di Monaco è perciò quello di ridefinire le competenze dell’Epo nella delicata materia della concessione di brevetti sulla vita. (a.s.)