“E’ una scoperta importante perché indica che, nella morfologia del cranio e del collo, gli antichi volatili erano a metà strada tra i dinosauri teropodi e gli uccelli moderni”, riferisce a Galileo Louis Chiappe, ricercatore all’American Museum of Natural History di New York. In un recente articolo, pubblicato su Science, descrive dettagliatamente i resti di un uccello del cretaceo trovato sui Pirenei spagnoli alla fine degli anni ‘80. Per il suo buono stato di conservazione – sorprendente – questo piccolo animale, appena nato e lungo circa 10 centimetri, chiarisce alcuni passaggi dell’evoluzione degli uccelli e conferma la loro origine dinosauriana.
Il “pulcino” spagnolo è stato classificato tra gli Enantiorniti. Sarebbe vissuto approsimativamente 130 milioni di anni fa e si collocherebbe tra Archaeopteryx, che popolava i cieli della Terra ben 150 milioni di anni fa, e i più recenti Hesperonis e Icthyornis vissuti 85 milioni di anni fa. Il suo cranio è simile a quello di Archaeopteryx e presenta più di un carattere tipico dei rettili. La presenza di denti, per esempio, è una classica caratteristica che gli uccelli preistorici condividevano con i dinosauri. Anche le aperture della scatola cranica, più ampie di quelle degli uccelli attuali, fanno supporre la presenza di una muscolatura rettiliana e un cervello di dimensioni ridotte rispetto a quello dei volatili moderni.
L’anatomia delle ali e delle spalle suggeriscono una buona padronanza del volo, migliore di quella ipotizzata in Archaeopteryx. La capacità di volare, dunque, sarebbe comparsa precocemente nella storia degli uccelli, prima che molti caratteri rettiliani scomparissero. Ma le osservazioni dei ricercatori non finiscono qui. Sono stati individuati cluster (gruppi) di piccoli fori sulle ossa del collo, delle ali e della articolazione mandibolare, molto simili a quelli che si trovano nei pulcini moderni. Una caratteristica che ha indotto i ricercatori a pensare che questo esemplare del mesozoico crescesse a ritmi veloci durante le prime fasi della vita, proprio come i piccoli attuali. E’ piuttosto probabile che, una volta raggiunta l’età adulta i ritmi di crescita dei primi volatili rallentassero, seguendo, probabilmente, cicli stagionali.
Che gli innocui passerotti, i pappagallini brasiliani o le candide colombe fossero discendenti dei dinosauri carnivori, comunque, non è teoria recente. “Fu il naturalista inglese Thomas H. Huxley a formularla per primo alla fine del secolo scorso e attualmente – riferisce Chiappe – è l’ipotesi più accreditata”. In effetti, sono molte le caratteristiche anatomiche che gli uccelli antichi pennuti avevano in comune con i dinosauri,”per esempio le tre robuste dita del piede, le tre dita della mano e l’incavo dell’anca”, dice il ricercatore americano. Quello che ancora non è certo è quale fosse esattamente il teropode progenitore. Il Velociraptor, sostiene comunque lo studioso, sembrerebbe un buon candidato.