Occhi puntati su Lhc
Ciò avviene in un momento molto delicato degli sviluppi della fisica delle alte energie e delle particelle elementari: gli americani hanno gettato la spugna rinunciando all’anello SSC che il Congresso ha giudicato troppo costoso, così che Ginevra resta il punto avanzato di questo settore di ricerca fondamentale. Tant’è che la comunità americana ha deciso di aggregarsi, contribuendo alle spese con una somma cospicua (dell’ordine di 1000 miliardi di lire) pur di svolgere attività sperimentali con la rispettabile macchina Lhc (Large Hadron Collider) che, per molti anni, sarà l’impianto più potente e più avanzato di cui i fisici possano disporre. Così come il Cern ha mantenuto finora la leadership grazie all’anello Lep per elettroni e positroni, che ha dominato incontrastato la ricerca alle frontiere del mondo microscopico.
Chi è Luciano Maiani
Luciano Maiani, benché fisico teorico, ha sempre lavorato in stretto contatto con gli esperimenti. E’ noto come la M della sigla Gim (G=Sheldom L. Glashow, I=John Iliopulos) per aver contribuito, lavorando ai problemi dei mesoni K, a fornire un modello che prevedeva l’esistenza di un nuovo quark (detto “charm”) successivamente identificato: siamo al 1969, la manifestazione più esplicita del charm verrà cinque anni dopo con la scoperta della particella J/Y.
Maiani ha contribuito moltissimo, negli ultimi cinque anni, durante il suo mandato di presidente dell’Infn, a promuovere la ricerca in tutti i suoi aspetti, dalla fisica con gli acceleratori a quella con i rivelatori di onde gravitazionali (come la collaborazione Virgo, con sede presso Pisa). Si è anche preoccupato molto, e con grande efficacia, dei rapporti tra fisici delle particelle e fisici di altre specialità: la tradizione dei primi è molto forte e risale a alla scuola di Fermi e all’iniziativa instancabile di Edoardo Amaldi, così che può accadere talvolta che chi lavora in altri settori si chieda se non sono troppe le risorse riservate in questo campo.
Orizzonte interdisciplinare
Maiani ha mostrato una straordinaria apertura verso i problemi interdisciplinari e verso quelli, in Italia assai precari, della ricerca applicata di interesse industriale. E’ per questo che il governo lo ha sostenuto, in varie occasioni, indicando l’Infn come un modello di organizzazione e di funzionamento di cui anche la comunità internazionale conosce i numerosi pregi. Tant’è che la designazione al Cern è apparsa piuttosto naturale, nonostante le pressioni di paesi forti come la Francia e la Germania.
Ora, buona parte dell’indirizzo dei Laboratori di Ginevra dipenderà dalla visione del futuro che Maiani saprà elaborare con l’aiuto dei suoi collaboratori: ed è sotto questo aspetto che si può riscontrare il più sincero apprezzamento sotto forma di fiducia di tutti gli interessati.