L’abuso di cocaina durante la gravidanza non determinerebbe sul bambino danni cerebrali così severi come si è ritenuto finora, ma effetti più sottili e curabili.
Uno studio condotto da Barry Lester, psicologo alla Brown University School of Medicine, ha dimostrato che i figli di madri cocainomani vanno incontro a un ritardo nello sviluppo del linguaggio e a una diminuzione del quoziente di intelligenza (Q. I.) di 3.26 punti.
Un decremento all’apparenza trascurabile, afferma lo studioso in un articolo pubblicato sulla rivista Science, ma che può aumentare le difficoltà di apprendimento soprattutto nei bambini che vivono in famiglie disagiate. Secondo Lester, una terapia precoce iniziata subito dopo la nascita e basata sulla stimolazione del linguaggio e della comunicazione può aiutare i bambini a eliminare il deficit e vivere più normalmente. (b.s.)