Il loro corpo è ricoperto di scudi ma è abbastanza sottile da permettergli di penetrare nelle fenditure della roccia. Vivono a 40 metri di profondità, al buio. Sono ciechi ma si muovono velocemente nell’oscurità grazie alle lunghe antenne, dei chemiorecettori con cui percepiscono gli odori. Come quelli dei propri simili, per accoppiarsi, o dei nemici, per divorarli. Si tratta di due generi di insetti scoperti dall’entomologo e speleologo italiano Giuliano Trezzi a 4000 metri di altezza, nelle grotte del Cuchumatanes, un altopiano al confine tra Guatemala e Chiapas. “Sono veri e propri fossili viventi, ciò che resta di specie vissute in epoche glaciali che si sono adattate a temperature più basse grazie a un ambiente estremo”, spiega Trezzi. Gli insetti, che appartengono alla famiglia dei carabidi (specie dei coleotteri) e hanno assunto nel tempo un colore ambrato, sono predatori e carnivori e si trovano in cima alla catena alimentare. Nel 1999, Trezzi ne aveva scoperto un esemplare femmina. Poi è tornato nella zona alla ricerca di un maschio – è infatti l’apparato sessuale maschile che consente di classificarli – e ha scoperto ben due nuovi generi della specie dei carabidi. (p.c.)