A rischio le specie tipiche italiane

Una banca dati delle specie esotiche introdotte nel nostro paese. E’ questa la richiesta del Wwf avanzata oggi in occasione della Giornata della Biodiversità, istituita dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. Le specie tipiche italiane, infatti, sono in competizione con quelle introdotte da un commercio senza scrupoli. E, secondo gli esperti, una mappa servirà a tenere sotto controllo la situazione, monitorando le specie aliene che continuano a entrare in Italia in modo incontrollato. Tra queste, ci sono le minilepri introdotte per la caccia, che sono in continuo aumento nelle campagne. O lo scoiattolo grigio americano che, nei boschi, sta prendendo il sopravvento sul nostro più piccolo scoiattolo comune. Ma è soprattutto nei fiumi che la biodiversità va difesa: il 70 per cento delle specie ittiche dei corsi d’acqua italiani, tra cui il famoso pesce siluro, sono state immesse in epoche recenti. I dati saranno raccolti dal Ministero dell’ambiente in collaborazione con gli istituti di ricerca, le università e le associazioni interessate al progetto e serviranno per programmare gli interventi di controllo e difesa della biodiversità. Il Wwf ha già segnalato le zone ad alta concentrazione di specie a rischio. Tra queste, le paludi dell’alto Adriatico, le coste della Puglia e della Sardegna, i boschi delle Alpi centro orientali e il Mar ligure. Qui si concentrano, infatti, i fenomeni di endemismo, cioè di specie tipiche presenti solo in una determinata zona. (a.c.)

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