E’ lo stomaco a rendere pericoloso il vibrione del colera. Lo sostengono i ricercatori della Tufts University di Boston, la cui scoperta, pubblicata su Nature, è stata effettuata sulla base di campioni prelevati durante l’epidemia di Dhaka (Bangladesh) dell’anno scorso. L’analisi ha mostrato che i succhi gastrici attivano nei batteri dieci geni, la cui sintesi proteica rende i vibrioni da 200 a 700 volte più infettivi del normale. Secondo i ricercatori, inoltre, i vaccini esistenti sono inadeguati perché sviluppati su vibrioni allevati in laboratorio, piuttosto che su quelli che realmente popolano l’ambiente. Risultato: i vaccini sono efficaci solo parzialmente e perfino banditi da alcuni Paesi per la dannosità dei loro effetti collaterali. E le conseguenze di questa mancanza sono gravi. Ogni anno, infatti, nel mondo si ammalano di colera tra le centomila e le trecentomila persone, di cui almeno una su dieci muore per disidratazione. “Il vibrione del colera potrebbe essersi evoluto per ottimizzare la propria trasmissione”, sostengono i ricercatori, “e lo stomaco umano è un ottimo ambiente per crescere e spostarsi”. (a.ca.)