Puntuale come ogni anno arriva la pubblicazione dei dati Istat. L’Annuario dell’Istituto snocciola cifre e tabelle per più di 700 pagine e dedica un ampio capitolo a salute e sanità. Invariata la classifica delle cause di morte: al primo posto le malattie cardiocircolatorie (nel 1999, 426,9 decessi ogni 100 mila abitanti), al secondo i tumori (275 per 100 mila abitanti). Aumenta leggermente il consumo di farmaci che nel 2001 un’indagine specifica aveva stimato riguardare il 33,6 per cento della popolazione. I fumatori poi sono in costante riduzione: nel 2001 sono il 23,7 per cento dei cittadini con più di 14 anni contro il 24,9 per cento del 1996. Si registra invece un aumento nel numero di interruzioni di gravidanza dovute all’età della madre (soprattutto dopo i 35 anni), mentre rimane sostanzialmente stabile il numero di aborti volontari. L’istantanea della popolazione italiana mette infine in evidenza una diminuzione pari a un quarto degli istituti di cura pubblici e privati rispetto al 1995, a cui si accompagna un decremento delle degenze, circa 500 mila unità in meno rispetto al 2000, con una media di 7,7 giornate di degenza. (l.g.)