Nessuna correlazione tra i raggi cosmici ed il riscaldamento globale. Con un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista Eos, Stefan Rahmstorf del Potsdam Institute of Climate Impact Research sconfessa la tesi sostenuta nel luglio del 2003 su Gsa Today dall’astrofisico Nir Shaviv e dal geologo Jan Veizer. Questi ultimi avevano tentato di dimostrare che il riscaldamento globale attualmente in corso sarebbe da imputare all’azione dei raggi cosmici, e non alle emissioni di biossido di carbonio. Secondo Rahmstorf la metodologia utilizzata da Shaviv e Veizer era corretta, ma applicata su una scala temporale troppo estesa e quindi inattendibile. Fattori come la deriva dei continenti, le variazioni dell’orbita terrestre o appunto i raggi cosmici possono influenzare il clima nel corso di milioni di anni. Ma l’attuale situazione climatica si è prodotta nel giro di circa cento anni, e come tale può essere spiegata solo da altri fattori come le eruzioni vulcaniche, i cambiamenti dell’attività solare e soprattutto l’elevata concentrazione di gas nell’atmosfera, che hanno causato l’effetto serra. Quest’ultimo è indicato dai ricercatori come il fattore cruciale per l’attuale cambiamento climatico, opera dunque dell’uomo. (fe.n.)