Ricostruzioni animate e tridimensionali dell’impronta di un morso: potrebbe essere questo l’ultimo ritrovato per aiutare le giurie. Come spiegato su New Scientist da David Sweet, direttore del Bureau of Legal Dentistry della University of British Columbia, a Vancouver, nell’ottanta per cento circa delle aggressioni a sfondo sessuale l’aggressore lascia il segno visibile di un morso sulla pelle della vittima. Ma provare la corrispondenza tra la foto di un morso e il calco della dentatura di un sospetto fatto in laboratorio è complicato, e non dà risultati univoci. Tuttavia, la rilevanza di questo tipo di prova ha spinto John Clement e Sherie Blackwell, scienziati dell’Università di Melbourne, a mettere a punto un sistema di rilevazione del calco basato su una scansione laser tridimensionale. Le prime prove non hanno fornito in realtà risultati troppo soddisfacenti: solo nel 15 per casi l’immagine ottenuta era completamente affidabile. Ma come spiega Sweet, il risultato è comunque incoraggiante, perché il test è stato effettuato su persone con dentatura sana mentre, in generale, si riscontrano sempre diverse peculiarità nei denti di una persona media. (m.zi.)