Si è appena concluso il primo studio sull’efficacia del Test Hc2 (esame per la rivelazione dei ceppi virali ad alto rischio Hybrid Capture 2), il nuovo metodo di screening che permette di rivelare velocemente la presenza del Papilloma Virus umano (Hpv), messo a punto specificatamente per i paesi in via di sviluppo. Può infatti essere eseguito da personale non specializzato in meno di tre ore, anche in assenza di acqua corrente e di elettricità. È sufficiente il prelievo di un campione di cellule dal collo dell’utero con uno spazzolino (come avviene per il pap-test), e rivela la presenza di 14 diversi ceppi di Hpv. Il risultato dello studio è stato pubblicato su Lancet Oncology e ne conferma l’attendibilità nel 90 per cento dei casi.
L’Hpv si trasmette per via sessuale e generalmente rimane silente. Infatti l’organismo umano è in grado di debellarlo in modo spontaneo in pochi mesi, senza conseguenze. In questi casi, si tratta di infezioni da ceppi di Hpv definiti “a basso rischio”. Ma, dei 70 tipi di Hpv conosciuti, 13 sono oncogenici e possiedono capacità di dare luogo a tumori della cervice.
In Nord America e in Europa esistono strutture appropriate per la diagnosi preventiva del cancro alla cervice e lo screening citologico ha permesso di ridurre la mortalità del 50-80 per cento. Ma questa risorsa non è ancora arrivata nella maggior parte delle aree depresse dei paesi in via di sviluppo. Il nuovo tipo di analisi – ideato dal docente di Epidemiologia molecolare della Barts and the London School of Medicine and Dentistry, Attila Lorincz, in seno al progetto “Program for Appropriate Technologies in Health” – rappresenta ora un primo valido screening anche dove esiste un sistema sanitario carente. Il test di affidabilità riportato nello studio è stato eseguito su un gruppo di oltre duemila donne di età compresa tra i 30 e i 54 anni della provincia di Shanxi (Cina). Altri studi dovranno ora confermarne l’idoneità a livello globale. (f.s.)