Raccolta fondi per il ricorso al Tar

Aggiornamento del 18 luglio: Ieri il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha respinto l’istanza di sospensione chiamando in causa la legge 40/2004. Le tre scienziate, inoltre, non sarebbero legittimate a fare ricorso. Le ricercatrici stanno considerando la possibilità di impugnare la sentenza.

È aperta la sottoscrizione pubblica per la copertura delle spese legali che Elisabetta Cerbai, Elena Cattaneo e Silvia Garagna devono sostenere per il ricorso contro l’ultimo bando per i finanziamenti alla ricerca sulle cellule staminali, approvato o scorso 24 febbraio. Questo, infatti, prevede l’esclusione esplicita, arbitraria e ingiustificata dei progetti che utilizzano staminali embrionali umane dal fondo ministeriale di otto milioni di euro (vedi Galileo) .

L’azione legale era stata annunciata dalle stesse scienziate (le prime due direttrici, rispettivamente, del Centro interuniversitario di medicina molecolare e biofisica applicata di Firenze, e del Centro di ricerca sulle cellule staminali di Milano, l’ultima docente di Biologia dello sviluppo dell’Università di Pavia) con una lettera a Nature pubblicata la scorsa settimana. Il ricorso è stato presentato il 24 giugno dall’avvocato Vittorio Angiolini, specializzato in bioetica e diritti umani (nonché legale della famiglia Englaro) e la causa è portata avanti dalle ricercatrici in modo autonomo, con risorse private. A quanto pare, chi, in Italia, vuole che la ricerca scientifica sia laica deve procurarsi un buon avvocato e mettere in conto le spese.

Secondo quanto ha riportato l’agenzia giornalistica AdnKronos, il “no” al finanziamento agli studi che prevedono l’uso di cellule staminali embrionali (aggiunto a giochi fatti, cioè dopo la chiusura dei lavori della commissione scientifica per la stesura del bando) è stato voluto dalla Regione Lombardia, che ha partecipato alla stesura del testo finale. La decisione, però, dovrebbe essere stata condivisa da tutte le Regioni, dal momento che l’accordo sui bandi è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, d’intesa con il viceministro della Salute Ferruccio Fazio.

Aspettando l’esito del ricorso (che si spera arrivi entro il 20 luglio, termine fissato dal bando per la presentazione dei progetti)  vale quanto stabilito e i fondi ministeriali restano preclusi ai progetti con staminali embrionali. Il che significa bloccare anche quelli sulle staminali adulte che, in moltissimi casi, hanno bisogno di essere confrontate con le cellule embrionali. “Le tre scienziate hanno intrapreso questo ricorso come scienziate e cittadine non disposte ad accettare l’ennesimo sopruso e attentato ai diritti sanciti dalla Costituzione e a ricerche legali e scientificamente valide”, ha dichiarato l’Associazione Coscioni che aperto la sottoscrizione e che aveva denunciato la natura illegale della clausola inserita nel bando. (t.m.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here