Nel complesso processo che ci porta a scegliere tra due oggetti, viene considerato anche il tempo speso ad osservarli. Secondo uno studio pubblicato su Nature Neuroscience e condotto dai ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena (California, Usa), un essere umano posto di fronte a due oggetti ugualmente attraenti li guarderà ripetutamente, prima l’uno e poi l’altro, e alla fine sceglierà quello osservato più a lungo. Basandosi su questa convinzione, gli studiosi californiani guidati dal neuroeconomista Antonio Rangel, hanno realizzato un nuovo modello matematico e condotto alcune simulazioni.
Il team ha mostrato le foto di 70 differenti cibi a a 39 studenti e ha chiesto loro di esprimere una valutazione su ciascun alimento, tramite un punteggio (da -10 a 10) che quantificasse il desiderio di mangiarlo alla fine dell’esperimento. Successivamente gli studenti hanno dovuto scegliere tra 100 coppie di cibi appetitosi, dopo averli osservati per tutto il tempo che ritenevano opportuno. Durante l’esperimento, l’attività oculare di ogni partecipante è stata registrata attraverso la metodica dell’eye tracking, che permette di registrare le aree fisiche su cui viene indirizzato lo sguardo, i tempi e la successione dei movimenti. In questo modo gli studiosi hanno potuto effettivamente verificare che i volontari sceglievano l’alimento che avevano fissato più a lungo, indipendentemente dal valore di gradimento che gli avevano assegnato precedentemente. “Il modello realizzato potrebbe fornire importanti indicazioni per lo studio dei processi decisionali – ha spiegato Rangel –
e potrebbe anche aiutarci a capire perché, per esempio, le persone affette da autismo, che generalmente rifiutano un contatto visivo, mostrano difficoltà nei processi decisionali sociali”.
Riferimento: Nature Neuroscience doi:10.1038/nn.2635