Se piove è tutta colpa della luna. Almeno così vale per Encelado, il sesto per grandezza dei numerosi satelliti che orbitano intorno a Saturno, il gigante con gli anelli. Fino a poco tempo fa gli astronomi ci avrebbero riso sopra, pensando che fosse una bella storia di fantasia. Poi, nel 1997, hanno scoperto che nell’atmosfera superficiale del pianeta vi erano delle inspiegabili tracce d’acqua. Ironia della sorte, per trovare l’origine delle gocce aliene bastava alzare gli occhi al cielo.
A risolvere il mistero lungo 14 anni sono state le immagini catturate dal telescopio spaziale Herschel. Il suo occhio a infrarossi ha notato per la prima volta una sottile nuvola trasparente di vapor d’acqua che si riversava dalla luna ghiacciata direttamente su Saturno, mescolandosi con la sua atmosfera. Insieme alla notizia, pubblicata dall’ Agenzia spaziale europea (Esa), sono arrivate anche le immagini della Nasa che mostrano la precisa origine della pioggia spaziale.
Come spiega Space.com, infatti, il merito della scoperta va anche alla sonda Cassini, che ha individuato gli sbuffi di alcuni grandi geyser lunari dal polo sud di Encelado, l’area geologica più tumultuosa di tutto il satellite. Da quattro enormi fessure a forma di bande tigrate (130 km di lunghezza per 2 di larghezza) emergono getti di vapore che espellono ogni secondo circa 250 kg di vapor acqueo. Circa il 3-5% dell’acqua espulsa all’esterno viene attirata verso Saturno, circondandolo con una vera e propria nube che forma un anello cinque volte più esteso del diametro planetario.
Gran parte dell’aureola di vapore si disperde nello spazio, ma la percentuale rimasta è sufficiente a far cadere una sottile pioggia sul vicino Saturno e sulle altre lune che si trovano a incrociare l’orbita dell’anello. Precipitando attraverso l’atmosfera del pianeta, le gocce spaziali riescono a raggiungere persino i livelli più bassi della sua atmosfera, dove condensano in piccole nuvole ormai invisibili ai telescopi.
Riferimenti: wired.it