Due grandi personalità della ricerca entrano in Senato dopo la nomina voluta dal presidente Napolitano: la neuroscienziata Elena Cattaneo, e il fisico premio Nobel Carlo Rubbia. Entrambi, oltre ad avere un curriculum scientifico di tutto rispetto, hanno negli anni dedicato attenzione anche alla diffusione della cultura scientifica, e partecipato alla vita politica del paese con impegno e passione civile. Ecco come Galileo ha seguito negli anni le iniziative e i progetti di ricerca dei due neo Senatori a vita.
Elena Cattaneo
In quanto esperta di cellule staminali, la ricercatrice ha espresso più volte la sua contrarietà al metodo Stamina di Davide Vannoni, firmando un appello insieme ad altre personalità del mondo scientifico. “Scegliere per sé una terapia impropria, o anche solo immaginaria, rientra tra i diritti dell’individuo. Non rientra tra i diritti dell’individuo decidere quali terapie debbano essere autorizzate dal Governo, e messe in essere nelle strutture pubbliche o private”, si legge nell’appello (Stamina, l’appello degli scienziati al ministro Balduzzi).
Un’altra battaglia fatta propria da Cattaneo è quella relativa ai limiti imposti alla ricerca sulle cellule embrionali umane (Come uccidere la ricerca europea sulle staminali), in relazione alla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha vietato la brevettabilità dei medicinali ricavati da cellule staminali con procedimenti che comportano la distruzione degli embrioni umani (Embrionali addio). “Negando a un ricercatore la possibilità di brevettare i risultati del suo lavoro, neghiamo alla società il diritto di progredire. I brevetti non sono una forma di arricchimento personale, ma sociale, perché solo tutelando la proprietà intellettuale uno scienziato o un’accademia riesce ad attirare i finanziamenti necessari per portare avanti la ricerca”, dichiarava in un’intervista al nostro giornale.
Carlo Rubbia
Pur essendo un fautore dell’atomo (Rubbia: “Il mio nucleare pulito”), il fisico goriziano ha anche sostenuto il solare termico come fonte di energia pulita. Sua è l’idea della centrale solare termodinamica Archimede di Priolo Gargallo, in Sicilia, inaugurata nel 2010 (Un piano Enea per l’elettricità pulita). Ma le pagine del nostro giornale hanno anche ospitato un intervento a firma del premio Nobel (allora al Cern di Ginevra) sulle strategie dell’Italia in campo energetico. (L’atomo che piace ai verdi)
Perché non facciamo rientrare in Italia i nostri migliori ricercatori spersi per il mondo? Quale ricaduta scientifica ed economica potrebbero avere le nostre università attraverso le loro scoperte??? Perché ??? …
Nella parte riferita a Rubbia non mi piace quel “Pur essendo un fautore dell’atomo…”
Sembra che essere un sostenitore dell’atomo sia una caratteristica negativa.