Il suo compito è dare la caccia all’energia oscura. In questo modo dovrebbe aiutare gli astronomi e gli astrofisici a capire perché l’Universo continua ad accelerare la sua corsa mentre si espande. Si chiama Dark Energy Camera, è la fotocamera digitale per le immagini astronomiche più potente mai realizzata e la scorsa settimana ha scattato le sue prime fotografie, rilasciate dalla Dark Energy Survey Collaboration, il progetto nato per studiare questa misteriosa, ritenuta responsabile dell’accelerazione cosmica.
“Funziona come tutte le altre fotocamere digitali, solo è decisamente più grande e molto molto più sensibile”, spiega Josh Frieman dell’ Università di Chicago, direttore del progetto. La fotocamera, infatti, è grande come una cabina telefonica, ha una risoluzione di 570 megapixel, ed è in grado di individuare radiazioni luminose emesse a una distanza pari a 8 milioni di anni luce. Per costruirla ci sono voluti otto anni di lavoro da parte degli scienziati e ingegneri del Fermi National Accelerator Laboratory di Batavia, in Illinois (il Fermilab), e ora è montata sul telescopio Victor M. Blanco del Cerro Tololo Inter-American Observatory (Ctio) in Cile. E non è un caso. Le stelle infatti brillano con una chiarezza inusuale nel cielo al di sopra delle aride montagne cilene del deserto di Atacama.
Da questa posizione, per i prossimi cinque anni, la fotocamera realizzerà il più grande rilevamento delle galassie mai realizzato, il Dark Energy Survey appunto: 300 milioni di galassie, 100mila ammassi galattici e 4mila supernovae. Pari a circa un ottavo del cielo. Una volta classificati questi corpi celesti in base alla loro età, forma e distanza dalla Terra, gli astronomi dovrebbero poter comprendere meglio come le galassie creano vortici e mulinelli e si aggregano nel corso del tempo. Ma anche riuscire a chiarire il processo di espansione dell’Universo e quindi scoprire qualcosa in più rispetto all’energia oscura.
Il rilevamento vero e proprio comincerà a dicembre, una volta che la fotocamera avrà terminato il suo periodo di rodaggio. Intanto ecco alcune delle prime immagini catturate dal suo potente sguardo.
Via: Wired.it
Credits immagine: Reidar Hahn/Fermilab
Sara’ difficile fotografare qualcosa che non esiste. Sono decenni che viene data la caccia sia all’energia oscura che alla materia oscura senza la minima ombra di risultato. Sara’ forse venuto il momento di cambiare rotta?
Ci sono validissimi alternativi modelli che spiegano l’espansione dell’universo, le velocita’ “troppo” elevate delle stelle che ruotano introrno alle galassie e le lenti gravitazinali create da qualcosa di oscuro senza il bisogno di ricorrere a fantasiosi e “moderni” concetti.
Uno di questi modelli e’ per esempio la tromba di Torricelli sencondo il quale tutta la massa e i fotoni dell’universo stanno cadendo dalla cima di un universo a forma di tromba di Torricelli. Non solo, la tromba stessa potrebbe stare collassando creando nuovo tessuto spaziale e accellerando di moltissimo l’espansione e l’allontanamento dei corpi gli uni dagli altri.
Studi sulla forma dell’universo hanno dimostrato che l’universo non e’ ne chiuso ne aperto ma approssivativamente piatto; consiglierei a chi a fatto questo studi di rifare i compiti a casa.
La caduta delle galassie da una superfice a curva negativa qual’e’ la parete della tromba di Torricelli potrebbe causare l’anomala velocita’ di rotazione delle stelle nelle galassie.
Un corpo nell’universo causa una distorsione nel tessuto spazio-temporale a curva positiva. Se capovolgiamo la distorsione, la curva diventa negativa. L’intuito potrebbe suggerire che il “nostro” big bang non e’ altro che il risultato di un big crunch da qualche altra parte.
In sintesi; il tempo si sta “convertendo” in spazio. Se si crea piu’ spazio le distanze aumentano senza bisogno di teorie a “star wars”.