“Con gli aerei sperimentali X-37 vogliamo provare nuove soluzioni tecnologiche per una piattaforma spaziale affidabile e riutilizzabile, compiere esperimenti in orbita e riportare indietro i dati sulla Terra”. È questa la versione che l’aeronautica militare americana, l’Air Force, ha dato in merito al lancio degli spazioplani (veicoli a metà tra aerei e navicelle spaziali) X-37B, in programma per oggi da Cape Canaveral, in Florida. Una spiegazione piuttosto vaga: di che si tratta esattamente? Il problema è proprio questo: nessuno lo sa.
Vediamo quali sono le (poche) notizie certe. Il piano X-37B è un progetto spaziale coperto da stretto riserbo, che arriverà, con quello di oggi, al terzo lancio. Il veicolo, del peso di tre tonnellate e della dimensione pari a quella di due pullman, è stato assemblato dal consorzio Boeing e montato su un razzo Atlas. L’X-37B ha un portabagagli grande quanto un letto matrimoniale, è capace di compiere agili manovre in orbita e atterra autonomamente quando esaurisce il carburante. Essenzialmente, si tratta di una versione in miniatura e senza equipaggio dello Space Shuttle, andato in pensione 18 mesi fa dopo tre decenni di servizio. Ogni lancio dell’X-37B costa circa un miliardo di dollari.
Non si sa altro. Neanche le parole di Gary Payton, vice sottosegretario dell’Air Force for Space Programs, aiutano a fare chiarezza: “Stiamo inviando un carico in orbita per 270 giorni. Faremo esperimenti per verificare il funzionamento delle nuove tecnologie, poi riporteremo il veicolo sulla Terra per controllare cosa è accaduto nello spazio”.
Essendoci di mezzo l’aeronautica militare della più grande potenza mondiale, il terreno è naturalmente fertile per complottisti e dietrologi: come riporta Wired.com, c’è chi ipotizza che la missione potrebbe servire a portare in orbita sensori spia o strumenti per manomettere i satelliti nemici. A questo proposito, il governo cinese ha formalmente protestato e ha promesso di intraprendere a sua volta un programma spaziale segreto.
Visto ciò che sta succedendo, suona come una presa in giro la campagna recentemente intrapresa dal Dipartimento di Stato americano per una maggiore trasparenza sulle missioni spaziali: solo la settimana scorsa, Frank Rose, vice assistente segretario di stato per l’ Ufficio di controllo, verifica e conformità degli armamenti (Avc), aveva sostenuto che “per evitare conflitti basati su incomprensioni e diffidenze è indispensabile promuovere la massima trasparenza e altre misure di fiducia in materia di armamenti e altre tecnologie pericolose, sulla Terra come nello Spazio”. È trasparenza, questa?
Via: Wired.it
Credits immagine: US Air Force/Wikipedia