Noi umani, scimmie a tutti gli effetti

Giorgio Manzi, Julia Rizzo
Scimmie
Il Mulino, Bologna, 2011, pp. 131, euro 9,80

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Sono passati più di trent’anni da quando il biologo Edward O. Wilson invitava i suoi colleghi a strappare dalle mani dei filosofi quella disciplina che fino ad allora era stata snobbata dai trattati scientifici: l’etica. Oggi nessuno se ne stupisce più. La comprensione dei meccanismi, delle origini e dell’evoluzione delle cosiddette “leggi morali” è entrata di diritto negli ambiti di competenza dei primatologi.

Non siamo, noi Homo Sapiens, gli unici a sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato, a poter scegliere se ingannare il prossimo o essere sinceri, se comportarsi in modo altruistico o egoistico. Di tutto ciò sembrano capaci anche le scimmie. Per questo, ma anche per molte altre abilità che le avvicinano agli esseri umani, vale quanto riporta il sottotitolo del libro di Giorgio Manzi e Julia Rizzo: “osservare loro per conoscere noi”. Prima di avventurarci nel complesso mondo dei primati i due autori, paleoantropologo il primo e biologa prestata alla divulgazione la seconda, ci costringono a disfarci di alcune radicate convinzioni. Così vedremo immediatamente svanire “l’archetipo scimmia”, sostituito da “una miriade di proscimmie, scimmie comuni e scimmie antropomorfe”. Le specie conosciute variano da 300 a 500, a seconda del metodo di classificazione scelto. Il bonobo, per la scienza Pan paniscus, è quello che più ci somiglia, la più antropomorfa tra le scimmie antropomorfe.

La storia di Kanzi, uno scimpanzé capace di riconoscere centinaia di vocaboli inglesi, è lì a dimostrarlo. Questo esempio, insieme a molti altri aneddoti raccontati con uno stile accattivante, riesce a scalfire il più solido tra i pilastri del nostro modo di vedere il mondo animale, quello che più degli altri ci permette di considerarci ancora molto diversi dai nostri cugini: l’utilizzo del linguaggio.

Apprezziamo il libro di Manzi e Rizzo per la chiarezza dell’esposizione, ma anche per lo sforzo di sintesi che i due autori hanno scelto di fare di fronte a una materia che avrebbe potuto occupare molte pagine in più e mettere alla prova i lettori meno esperti con un linguaggio troppo tecnico. A noi sembra che tutto ciò che si doveva dire sia stato detto e per lo più in modo estremamente comprensibile. Molto utile l’appendice “Per saperne di più” con indicazioni di libri, articoli, siti Internet e contenuti multimediali, a cui si rimanda il lettore che abbia voglia di approfondire la conoscenza del complesso e variegato mondo delle scimmie.

Dopo avere assistito a scimmie che rompono una noce con un sasso, che lavano e aggiungo il sale sulle patate, o che si rilassano con un bagno nelle acque termali, non potremo fare a meno di vederci sempre più simili a loro. “Ci accorgeremo, allora, che molti dei nostri comportamenti – compresi quelli più sofisticati – sono modulazioni di caratteristiche piuttosto diffuse tra I nostri parenti più stretti”. Perché siamo anche noi scimmie a tutte gli effetti.

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