La formula che crea lavoro

Coniugare la scelta di tempo libero, la creazione di nuovi posti di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro e il mantenimento di stipendi accettabili sembrerebbe essere un rompicapo irrisolvibile. A quadrare il cerchio è ancora una volta il Cern di Ginevra che ha “scoperto” una formula per creare nuovi posti di lavoro senza incidere pesantemente sugli stipendi. E così, tra un esperimento e l’altro, i dipendenti del laboratorio di fisica più importante d’Europa hanno dovuto far fronte anche alla decisione, presa dai 19 stati membri del laboratorio, di diminuire i loro finanziamenti. Nel 1997, infatti, il budget del Cern si è abbassato del 7,5% e, seguendo un andamento di costante diminuzione del personale iniziato nel 1975, gli impiegati del Cern dovranno subire una riduzione di 1000 unità entro il 2005. Questo senza impedire però la realizzazione di progetti ambiziosi come l’acceleratore di particelle Large Hadron Collider LHC (grande collisore di androni), che proprio fra 6 anni entrerà in funzione, per il quale si spenderanno 2,6 miliardi di franchi.

“L’idea di sviluppare un programma di reclutamento di giovani ricercatori grazie ai congedi risparmiati è venuta all’associazione degli impiegati del Cern che, insieme alla direzione, ha disegnato l’intero sistema”, spiega Neil Calder capo ufficio stampa del Cern. Il “reclutamento mediante congedi risparmiati” è basato sulla scelta volontaria del personale di acquistare del tempo, il congedo, e di accettare così una diminuzione dello stipendio. Con una riduzione del 2,5% della paga mensile si può “comprare” una porzione di 5,5 giorni di non lavoro, con una riduzione del 5% si acquistano 11 giorni e così via fino ad un massimo di 4 porzioni per un totale di 22 giorni.

La somma così risparmiata viene reinvestita dal Cern per l’assunzione di nuovi giovani ricercatori. Il programma soddisfa così anche un altro requisito importante per il futuro del laboratorio: inserire nuove giovani menti in un ambiente dove i due terzi degli impiegati hanno in media 50 anni. Ed effettivamente questa formula permetterà di assumere nuove leve. Quaranta congedi comprati dal personale, infatti, permettono di creare un nuovo posto di lavoro retribuito al 100%, cioè 220 giorni lavorativi più 22 di congedo. Con la speranza che anche i nuovi ricercatori assunti grazie a questo sistema aderiscano all’iniziativa.

Lo scopo, in questa prima fase, era di accumulare 1600 porzioni di tempo acquistate ma la risposta è stata così positiva che ad oggi sono state “pagate” ben 1610 porzioni, riuscendo così ad assumere ben 40 nuovi ricercatori. Sui 1300 lavoratori che hanno partecipato volontariamente a questo sistema solamente 200 hanno acquistato 4 porzioni, che equivarrebbe ad una reale diminuzione del lavoro. Gli altri hanno piuttosto fatto un atto di solidarietà con lo scopo di incoraggiare il rinnovamento e il reclutamento di nuove forze per il grande progetto del LHC. “Non utilizzerò il tempo che ho acquistato subito. Per adesso sono troppo preso dal mio progetto”, ha detto Jean-Pol Matheys, ricercatore al Cern al giornale svizzero “Le Courrier”, “ma prima di impegnarmi in un altro progetto mi prenderò tre quattro mesi per stare con i miei figli, partire per l’estero o andare a pesca”.

La soluzione trovata al Cern è ispirata ad una differente filosofia rispetto a quelle prospettate in questi mesi sulla scena della politica sociale europea. Secondo Michel Vitasse, presidente dell’associazione del personale del Cern, infatti, nelle imprese dove la riduzione del tempo di lavoro è obbligatoria, i lavoratori con un salario medio basso si trovano in difficoltà. In questo caso, invece, ciascuno decide in che misura vuole partecipare e si organizza su di una base settimanale, mensile o annuale. La solidarietà e la libertà di scelta sono quindi gli ingredienti vincenti di questa ricetta. “Questo sistema è più intelligente dell’obbligo delle 35 ore poiché non è imposto dall’alto ed ognuno può scegliere di entrare a farne parte”, osserva Calder.

“Il tempo acquistato può essere messo da parte, come se fosse del denaro in una banca, e accumulato con la possibilità di costituire un capitale di vacanze per realizzare il viaggio della propria vita. Se la riduzione dell’orario di lavoro ti permette di stare a casa poche ore di più alla settimana magari riesci solo a guardare di più la TV, se hai due mesi di tempo è più probabile parti per un safari in Africa. Inoltre una riduzione dello stipendio del 2,5% non cambia la vita ma se 40 persone decidono di farlo possono cambiare la vita ad un giovane ricercatore”, spiega entusiasta Calder.

I responsabili del Cern sono particolarmente soddisfatti della risposta che questo sistema sta avendo tra i lavoratori, poiché non si tratta di un metodo solamente difensivo, per impedire cioè i licenziamenti, ma che favorisce il ricambio generazionale nell’interesse dell’intero laboratorio. La possibilità che questo esperimento felice possa essere esportato anche ad altre realtà produttive è ancora tutta da vagliare. E’ certo però che ancora una volta il Cern ha ottenuto un successo nella sperimentazione, questa volta in quella sociale.

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