Una nuova tecnica permette ai farmaci anticancro di combattere il tumore al midollo allungato, la parte del sistema nervoso centrale posta tra il midollo spinale e l’encefalo. Uno studio del National institute of neurological disorders (Maryland), pubblicato sul Journal of Neurosurgery, ha permesso di superare l’ostacolo che finora impediva il successo di questi esperimenti: i farmaci non riuscivano a permeare nel midollo a causa dei vasi sanguigni più piccoli delle molecole dei medicinali. I ricercatori hanno quindi sviluppato una tecnica che, sfruttando le piccole differenze di pressione, permette alle molecole di grandi dimensioni di fluire attraverso i tessuti senza danneggiarli. Applicando questo sistema ai topi, gli scienziati sono riusciti a monitorare il percorso del farmaco utilizzando una molecola tracciante, la Gd-albumina, “fotografandone” gli spostamenti attraverso la risonanza magnetica. Durante l’esperimento non è stato osservato alcun effetto collaterale. “Questa scoperta”, sostengono i ricercatori, “non solo permette di trattare il disturbo, ma anche di assicurarsi che la cura segua il suo corso, monitorando in tempo reale la regione colpita”. (a.ca.)