Una rete per i magneti molecolari

Non molti anni fa, per impacchettare i dati che oggi portiamo comodamente in tasca dentro una pen-driver ci voleva un’intera stanza. Tra pochi anni, potrebbe bastare lo spazio occupato da una molecola. Per manipolare la materia nelle sue più piccole componenti atomiche, nasce ora un network di eccellenza europeo denominato MagmaNet, una vera e propria filiera di laboratori scientifici che si occupano di magneti molecolari. Il progetto, finanziato all’interno del 6° Programma Quadro della Commissione Europea e presentato il 3 maggio scorso a Firenze, mette insieme i 15 migliori centri, attivi nel settore, di Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Olanda, Portogallo, Svizzera, Polonia e Romania, oltre che Italia, a cui va il merito di coordinare l’intera rete nelle vesti dell’Instm, il Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e la tecnologia dei materiali. Si tratta di una delle pochissime reti di eccellenza europee coordinata da istituzioni italiane.“Da qui al 2009, nei quattro anni di vita del progetto, intendiamo concentrare le forze per seguire progetti di ricerca innovativi e mantenere il ruolo predominante nella ricerca mondiale” afferma il presidente dell’Instm, Dante Gatteschi. “Con l’obiettivo di arrivare alla costruzione di una struttura comune, l’Istituto Europeo di Magnetismo Molecolare”. In cima alla lista delle priorità compiere un’azione di informazione e divulgazione sugli sviluppi dei dispositivi nanomagnetici. Si tratta di composti nuovi e rivoluzionari in cui le proprietà magnetiche non sono associate a metalli od ossidi, quali per esempio il ferro o la magnetite, come siamo abituati a pensare per i magneti tradizionali, ma si basano su pochi atomi assemblati insieme in laboratorio. “È un settore relativamente recente che mostra interessanti prospettive sia per la ricerca di base sia per le possibili applicazioni” afferma Gatteschi. Tra queste, la possibilità di immagazzinare informazioni in memorie magnetiche di dimensioni ridottissime, che potrebbero essere sfruttate per calcolatori ultrapotenti basati su effetti quantistici. Il limite fisico della capacità di immagazzinamento dei sistemi molecolari è pari all’equivalente di 10 miliardi di libri in un cd dello spessore di un centimetro. Su scale di grandezza del miliardesimo di metro (un milionesimo di millimetro) la fisica classica cede il passo alle leggi della fisica quantistica, e si apre un mondo dove ci si aspetta di trovare nuove proprietà ottiche, magnetiche e di conduzione. Lo dimostra la realizzazione di una classe di nuovi materiali, come la ceramica trasparente ottenuta riducendo le dimensioni dei granuli di ceramica e sfruttata per costruire vetri autopulenti. Oppure la costruzione di magneti che, sottoposti alla luce, cambiano colore, permettendo lo sviluppo di display innovativi. E ancora la sperimentazione di strumenti magnetici per il rilascio controllato dei farmaci, per trattamenti ipertermici di cellule malate o come agenti di contrasto per la risonanza magnetica. Al di là del computo delle future attività del network europeo, MagmaNet ha in sé una ragione d’essere meno tecnica, ma forse ancora più nobile: consolida il processo di integrazione tra i vari paesi della UE. Usando le parole spese da Anne De Baas, funzionario della Commissione europea per la scienza e la ricerca “è uno strumento fondamentale per far interagire le diverse istituzioni scientifiche dell’Unione, permettendo la cooperazione scientifica e una più omogenea distribuzione delle risorse”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here