Una banca sotto stress

Quasi 10.000 richieste in meno di due settimane. E a questo ritmo il sito internet della banca mondiale di cellule staminali su misura (World Stem Cell Hub), aperta a Seul il 19 ottobre è andato, nei giorni scorsi, ripetutamente in tilt. Ma le preoccupazioni per il direttore Hwang Woo Suk (il primo ad aver ottenuto cellule staminali embrionali su misura tramite la clonazione terapeutica) non si sono limitate nelle ultime ore a questo inconveniente. La notizia che siano stati prelevati degli ovociti da due ricercatrici del centro coreano ha sollevato molte polemiche e spinto Hwang a dimettersi dall’incarico il 21 novembre scorso. Una volta chiarito l’imbarazzante episodio, al futuro direttore rimarranno comunque altre impegnative questioni da risolvere. Prima tra tutte la difficoltà di gestire le circa 1000 richieste giornaliere provenienti da tutto il mondo. Ma perché sono così ambite le cellule coreane?”Bisogna tener conto che i ricercatori coreani hanno a disposizione tecniche molto avanzate. Sono anni che il governo finanzia ricerche sulla clonazione di cellule provenienti da animali. I tecnici coreani sono in grado di effettuare un trasferimento nucleare in 3 secondi e a questi ritmi non temono rivali, mantenendo altissimo il livello di qualità dei laboratori” dice Elena Cattaneo direttrice del laboratorio sulle cellule staminali e malattie degenerative all’Università Statale di Milano.La banca coreana fornisce un servizio di “clonazione su misura” creando coltivazioni di cellule staminali prelevate da embrioni, clonati a partire da cellule adulte di pazienti colpiti da gravi malattie come diabete giovanile, morbo di Parkinson, lesioni del midollo spinale, immunodeficienza. Capace di generare fino a 100 linee cellulari l’anno, la banca di Seul si avvale di due laboratori satellite (uno a San Francisco e uno in Gran Bretagna) per realizzare il trasferimento nucleare che è il passaggio più delicato della procedura e che consiste nell’introdurre il patrimonio genetico del paziente in un ovulo donato e precedentemente privato del genoma. “D’ora in poi però il centro accoglierà soltanto domande di cellule staminali per il trattamento del morbo di Parkinson e delle lesioni della colonna vertebrale”, ha fatto sapere il portavoce della banca Lim Jong Pil. Per chi risponde a questi requisiti la procedura prevede la registrazione tramite fax, e-mail, per telefono o di persona, la successiva selezione dei pazienti seguita da visite mediche, e infine il prelievo di cellule staminali che poi vengono conservate nella banca fino al trasferimento del nucleo. A questo punto intervengono i due laboratori esterni che si occupano di coltivare le cellule staminali clonate inviandole a Seul per i controlli di qualità. Da quel momento in poi le cellule sono a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo. E se finissero in mani sbagliate? “E’ un rischio che non ci dovrebbe preoccupare perché esistono controlli rigidissimi. Guardiamo all’esempio della banca inglese, nata nel 2002, che conserva staminali sia adulte che embrionali. Lì esiste una authority che affronta di volta in volta le questioni etiche e che controlla l’affidabilità del gruppo di ricerca che fa la richiesta. Il quale a sua volta di aver ottenuto un parere etico positivo dall’ente presso il quale lavora” riferisce Cattaneo.Le banche mondiali, come quella coreana, rappresentano un’ancora di salvezza per i ricercatori di quei paesi dove è vietata la produzione, ma non l’importazione, di cellule staminali embrionali. Tra questi l’Italia, per effetto della legge 40, e gli Stati Uniti dove, eccetto per il South Dakota, è consentito rivolgersi all’estero per l’acquisizione di linee di cellule staminali embrionali. “La legge sulla procreazione assistita impedisce che nei nostri laboratori si possa eseguire il trasferimento nucleare. Cellule staminali embrionali umane possono però essere importate, successivamente al parere etico positivo dell’ente che ospita le ricerche. Inoltre se il trasferimento nucleare avviene fuori dai confini nazionali la legge non prevede alcuna limitazione”, prosegue Cattaneo. Nella pratica però le limitazioni esistono e sono dovute alla mancanza di finanziamenti per ricerche su staminali embrionali. “In questo modo siamo destinati a dipendere dall’estero, anche perché la legge impedisce di avviare procedure nuove per la derivazione delle cellule. Per fortuna esistono progetti di collaborazione a livello europeo che consentono di mettere in comune le conoscenze acquisite”. Ancora più difficili le condizioni di lavoro per i ricercatori austriaci e tedeschi ai quali è consentito importare solo linee cellulari derivate prima del gennaio 2002. Qualche prenotazione in meno per la banca di Seul.

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