Su Titano, il più grande satellite naturale di Saturno, è stata rilevata la presenza di laghi di metano e probabilmente di etano allo stato liquido. È l’ultima scoperta che giunge dalla missione spaziale Cassini e di cui dà notizia Nature di questa settimana. Titano è l’unico satellite del Sistema Solare a possedere un’atmosfera densa, simile a quella della Terra primordiale, composta prevalentemente da azoto e da una piccola percentuale di metano con tracce di numerosi altri gas. L’aspetto più affascinante è proprio che l’atmosfera presenta una composizione simile a quella che, nel nostro pianeta, permise lo sviluppo della vita.
A lungo i ricercatori si sono chiesti da dove venisse il metano presente nell’atmosfera della luna di Saturno. L’ipotesi più interessante è sempre stata quella dell’esistenza di un oceano ricco di questo idrocarburo, ma le osservazioni della sonda Huygens nell’ottobre 2004 non avevano trovato conferme: si scoprirono, infatti, non oceani, bensì crateri, montagne, criovulcani e letti di fiumi. La particolare configurazione morfologica di Titano aveva indotto a credere che il metano provenisse dal dal sottosuolo. Tuttavia, le osservazioni radar del luglio 2006 della sonda Cassini mettono ancora una volta in crisi quest’ultima teoria a favore della prima.
Sono state monitorate 75 macchie scure, del diametro dai tre ai 70 chilometri, che sembrerebbero di natura liquida. Sebbene dalle osservazioni non sia possa stabilire la natura del liquido, il composto più plausibile resta il metano, essendo una delle poche molecole presenti sul satellite allo stato liquido. Se così fosse, Titano sarebbe l’unico corpo celeste ad avere un ciclo di metano simile a quello idrologico della Terra: come l’acqua sul nostro pianeta, il metano liquido evapora, il vapore condensa e la pioggia che ne deriva contribuisce a riempire le superfici liquide. Il fatto che i laghi di idrocarburi siano stati rinvenuti solo a latitudini elevate nell’emisfero settentrionale, dove ora è inverno, sembra indicare che essi si espandano durante la stagione fredda per poi ritirarsi in estate, quando aumenta l’evaporazione.
Man mano che la missione Cassini procede nel lavoro, ormai a metà, la morfologia della superficie di Titano diventa sempre più chiara e dettagliata, anche se si stima che alla fine della missione il radar avrà esplorato appena il 15 per cento dell’intera superficie. (m.g.)