E i pesci ritornano grandi

La riduzione drastica delle dimensioni medie dei pesci e degli stock ittici è reversibile. Lo dimostra una ricerca condotta David Conover e il suo gruppo della Stony Brook University. Da quando le regole internazionali proibiscono la pesca di esemplari sotto una certa dimensione, i pesci si sono fatti sempre più piccoli. Questa selezione artificiale da parte dei pescatori ha infatti avvantaggiato i pesci che raggiungono minori grandezze, diminuendo quindi la dimensione media delle specie. Un fenomeno che ha portato anche alla riduzione drastica delle popolazioni: i pesci più piccoli (e più giovani) sono infatti meno fertili e si riproducono di meno.

Con uno studio durato dieci anni, i ricercatori hanno osservato che dopo un lustro di pesca selettiva in base alle dimensioni, la dimensione media dei pesci diminuisce. Ma nel giro di cinque generazioni, la specie osservata (Menidia menidia) ha ripreso a crescere, sia come dimensione degli individui che come grandezza della popolazione. La speranza è che lo stesso possa accadere con le specie vicine al collasso a causa della pesca eccessiva e di quella selettiva, che ha favorito caratteri negativi.

I tempi di rimbalzo sono però lunghi: per i merluzzi del nordatlantico, praticamente scomparsi, una generazione equivale a cinque anni e quindi si dovrebbe aspettare un quarto di secolo prima di vedere un vero miglioramento, mentre un pieno recupero sarebbe stimato in circa 12 generazioni (sessant’anni). E infatti, nonostante lo stop alla pesca decretato da diversi anni, la crescita degli stock ittici si fa attendere.

Secondo la ricerca, pubblicata nei Proceedings of the Royal Society B, l’elemento evolutivo dovrebbe essere preso in considerazione quando si procede a regolare l’impatto umano sull’ambiente, e i risultati ottenuti in questo studio sono lì a dimostrarne l’importanza per la prevenzione di disastri ecologici, rapidi a prodursi ma lenti a guarire. (m.c.)

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