Il momento della sigaretta

Perché agli ex fumatori le sigarette mancano soprattutto in determinati momenti, per esempio dopo un caffè o quando sono con gli amici in una situazione di relax? Se lo sono chiesto John A. Dani e Jianrong Tang del Baylor College of Medicine, che provano a darne una spiegazione su Neuron. La colpa sarebbe ancora una volta della nicotina contenuta nel tabacco, che sembra rinforzare la memoria di associazione tra i contesti e il comportamento di fumare.

“Il nostro cervello normalmente costruisce queste associazioni tra i comportamenti che risultano vincenti e i contesti in cui li adottiamo. In questo modo impariamo come fronteggiare le varie situazioni”, riportano i ricercatori. Il cervello, cioè, manda alcuni segnali che ci fanno sentire bene, attivando i cosiddetti circuiti del piacere e della ricompensa, quando compiamo un’azione che ha un esito positivo, in una sorta di meccanismo inconscio di apprendimento.

A quanto pare il trucco riesce però anche alla nicotina: quando l’assumiamo, il rilascio di dopamina da parte dei circuiti del piacere rinforza i ricordi del contesto in cui compiamo l’azione di fumare. Come se il portare la sigaretta alla bocca fosse un gesto “vincente” e importante per il benessere. Una volta creato il legame tra la sigaretta e i contesti – come una cena con amici o le brevi pause durante il lavoro – questi diventano gli stimoli che innescano il desiderio del fumo.

Per comprendere il modo in cui si instaurano queste forti relazioni, i ricercatori hanno condotto alcuni test sui topi. Nel corso degli esperimenti, gli animali erano liberi di muoversi in un percorso che conduceva a due scomparti: in uno ricevevano nicotina, nell’altro una soluzione salina benefica. Registrando l’attività dell’ippocampo, l’area del cervello dove si formano i ricordi, i ricercatori hanno ottenuto risultati sorprendenti. “L’attività del cervello è cambiata in modo incredibile”, ha affermato Dani: “In confronto alla soluzione salina, la nicotina ha creato connessioni nervose tra l’assunzione e le circostanze anche fino al 200 per cento più stabili. Come conseguenza, i topi rimangono molto più tempo nel compartimento in cui ricevono nicotina che non nell’altro”. (m.s.)

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