Ancora pochi i paesi smoke-free

Solamente il 5,4 per cento della popolazione mondiale risulta essere protetta da leggi anti-fumo al 2008. Lo denuncia l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo secondo rapporto sull’epidemia mondiale del tabacco (World Health Organization report on the global tabacco epidemic, 2009). Quest’anno il rapporto si è focalizzato sul tema “smoke-free environments” (ambienti senza fumo) in considerazione dei danni causati dal fumo passivo: la morte prematura di 600mila persone ogni anno (il 32 per cento bambini) e la perdita economica di decine di miliardi di dollari dovuta alle spese sanitarie e alla minore produttività in seguito a morte o malattia.

Secondo il rapporto, dal 2007 al 2008 il numero di persone non più esposte agli effetti nocivi del fumo di luoghi pubblici come bar, ristoranti e posti di lavoro è passato da 208 a 362 milioni. Sette nuovi paesi – Colombia, Djibouti, Guatemala, Mauritius, Panama, Turchia e Zambia – hanno infatti introdotto leggi anti-fumo portando a 17 il numero totale. Nonostante questi passi avanti, però, più del 94 per cento della popolazione mondiale resta non protetta.

“Non serve dire solamente che il fumo fa male. I governi devono impegnarsi a rispettare la Convenzione quadro dell’Oms (World Health Organization Framework Convention on Tabacco Control)” ha dichiarato Douglas Bettcher, direttore della Tobacco Free Initiative dell’Oms. La convenzione, che nasce al fine di promuovere la salute pubblica e limitare l’uso del tabacco, oggi è sancita da 170 paesi: l’articolo otto, riguardante l’esposizione al fumo, dichiara che “non esiste una soglia minima sicura”. Non bastano quindi ambienti separati o ventilati, ma la creazione di ambienti cento per cento smoke-free è praticamente l’unico modo per offrire una protezione efficace contro i danni causati dal fumo passivo (malattie respiratorie, cardiovascolari e cancro al polmone negli adulti, morti improvvise nei bambini e parti prematuri in donne incinte).

Nel 2008 l’Oms ha introdotto un pacchetto di sei politiche considerate efficaci per combattere il fumo, l’Mpower: Monitoring (controllo sul consumo del tabacco e prevenzione), Protect (protezione delle persone dal fumo), Offer (offerta di aiuto per smettere di fumare), Warning (campagne di informazione sui pericoli del fumo), Enforce (inasprimento dei divieti su pubblicità, promozioni e sponsorizzazioni), Raise (aumento delle tasse sul tabacco).

“Nonostante i progressi fatti, è necessaria un’azione urgente” ha dichiarato Ala Alwan, direttore generale per le malattie non comunicabili e salute mentale all’Oms. L’eccessivo consumo di tabacco, infatti, continua ad uccidere più di cinque milioni di persone all’anno e se questo trend dovesse continuare, nel 2030 i morti potrebbero essere otto milioni, di cui più dell’80 per cento nei paesi in via di sviluppo.  (f.p.)

Riferimenti: WHO Report on the Global Tobacco Epidemic, 2009: Implementing smoke-free environments

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