“Occhi” nuovi per i telescopi da terra, in grado di restituire agli astronomi immagini nitide come se fossero state catturate direttamente dallo spazio. Sono le“ottiche adattative a laser”, dispositivi capaci di eliminare lo scintillio di luce delle stelle causato dall’atmosfera, che peggiora la qualità delle immagini per gli astronomi. Le hanno messe a punto i ricercatori della University of Arizona – Tucson (Usa) guidati da Michael Hart, che raccontano l’invenzione sulle pagine di Nature.
Quando gli astronomi puntano il telescopio verso il cielo, uno dei problemi maggiori delle loro osservazioni è dato dalla turbolenza dell’atmosfera terrestre, che disperde la luce dei corpi celesti, causando il tipico luccichio delle stelle. Questo rende più difficile interpretare e studiare le immagini catturate dai telescopi a terra. Il dispositivo sviluppato dai ricercatori dell’Arizona risolve questo problema grazie a un fascio di raggi laser e uno specchio flessibile montato su un telescopio da terra.
Come primo passo, i ricercatori hanno indirizzato un fascio laser nell’atmosfera dal loro osservatorio di Mount Hopkins a Tucson. Gli scienziati hanno osservato che, come la luce proveniente dai corpi celesti, anche quella del laser “rimbalzava” contro le molecole di ossigeno e azoto nell’atmosfera, creando punti di luce che gli astronomi chiamano “stelle artificiali Successivamente Hart e il suo team hanno pensato di usare la luce riflessa dal raggio laser come un indicatore sullo stato di turbolenza dell’atmosfera e di usare questo tipo di informazioni er correggere la qualità delle immagini. Un computer ha quindi raccolto i dati e li ha adoperati per regolare uno specchio deformabile montato su un telescopio: il computer invia degli impulsi elettrici a una serie di sensori magnetici posti su un lato dello specchio per aggiustarne la forma e la posizione. Questa regolazione permette di correggere in tempo reale le distorsioni della luce causate dall’atmosfera in un’ampia porzione di cielo.
Fino a oggi, invece, le tecniche utilizzate per cercare di eliminare le interferenze dovute all’atmosfera terrestre potevano essere applicate solo a piccole porzioni di cielo.“Era come vedere chiaro solo attraverso la cruna di un ago, mentre fuori da questo campo visivo era tutto offuscato. Quello che noi abbiamo fatto è stato allargare la cruna dell’ago” ha spiegato Hart. Con le nuove ottiche adattative i ricercatori potranno osservare contemporaneamente dozzine di galassie in un’unica volta, raccogliendo spettri che aiutino la comprensione della loro nascita ed evoluzione.
Riferimenti: Nature Doi: 10.1038/nature09311