A Fukushima la situazione, ormai, è quasi ingestibile. Nella giornata di ieri il tifone Songda ha investito la centrale nucleare giapponese allagando gli impianti lasciati senza copertura. Si temono, ora, nuove perdite di acqua radioattiva dalla base dei reattori. Nel frattempo, i tecnici sono costretti a lavorare in condizioni sempre più estreme: due di loro, infatti, avrebbero superato il limite accettabile di esposizione alle radiazioni.
Il rischio allagamento è stato lanciato ieri dalla Tepco, quando, sotto la base del reattore 1, il livello dell’acqua è salito di 20 centimetri nell’arco di sole 24 ore: un ritmo 18 volte superiore al normale. I tecnici giapponesi temono che le grandi quantità d’acqua radioattiva accumulate nel reattore 1 possano facilmente disperdersi attraverso le falle nel cemento e contaminare il mare. Purtroppo, per i team di ingegneri non c’è modo di proteggere gli impianti dalla pioggia: i tetti dei reattori 1, 3 e 4, infatti, erano già collassati a marzo.
Ma dalla centrale di Fukushima arriva anche un’altra grave segnalazione sullo sversamento, nel bacino di fronte all’impianto, di una chiazza d’olio di circa 400 metri di diametro. Il liquido sarebbe fuoriuscito dalle tubature danneggiate che collegano alcuni serbatoi installati di fronte ai reattori 5 e 6. La Tepco sta mettendo ora in piedi una barriera galleggiante per impedire all’olio di raggiungere il mare aperto. Inoltre, questa mattina si è verificata una forte esplosione, forse causata dalla rottura di una cisterna contenente gas.
Il collasso delle strutture della centrale sta mettendo a dura prova le squadre di tecnici che, impreparati all’arrivo del maltempo, sono stati addirittura costretti a sospendere alcune operazioni nelle aree esterne dell’impianto. Ma il lavoro più rischioso è senz’altro quello svolto all’interno degli edifici di controllo dei reattori. Per due operai della Tepco impegnati ai reattori 3 e 4 è infatti scattato l’allarme contaminazione: secondo le ultime analisi mediche avevano già raggiunto il limite massimo di esposizione alle radiazioni, fissato a 250 millisievert (mSv). In totale, almeno altri 30 lavoratori avrebbero già raggiunto quota 100 mSv, un dato preoccupante se si considera che la fine dei lavori di messa in sicurezza dell’impianto è programmata per gennaio 2012.
L’incidente di Fukushima ha scosso l’intero Giappone, che cerca in qualche modo di reagire. Fa molto discutere la proposta la proposta di Yasuteru Yamada, un ingegnere di 72 anni che ha raccolto sul web una squadra di 200 ultra sessantenni pronti a lavorare nella centrale come volontari. Secondo Yamada, il sacrificio dei più anziani in favore dei più giovani sarebbe un atto dovuto. Il governo ha ovviamente respinto la richiesta, ma deve trovare una soluzione migliore per sostituire i tecnici a rischio contaminazione. Nel frattempo, i recenti sondaggi televisivi ribadiscono la diffidenza dei giapponesi nei confronti del governo e della Tepco, accusati di poca trasparenza nel comunicare l’emergenza. Un segnale di apertura verso il pubblico giungerebbe, invece, proprio dal colosso dell’energia nipponico, che ha installato una webcam nei pressi dei reattori per trasmettere in presa diretta l’evolversi della situazione a Fukushima.