Cetrioli e germogli sono stati per ora scagionati, ma non si può escludere che l’infezione dal ceppo O104:H4 dell’E. coli che ha flagellato la Germania nei giorni scorsi sia veicolata da frutta e verdura fresca. Per questo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato oggi un rapporto dove spiega come fare a mitigare il rischio di esposizione a STEC e VTEC, rispettivamente la tossina Shiga e la vero-citotossina prodotte dal ceppo incriminato dell’enterobatterio.
Intanto l’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 2909 casi totali, di cui 27 fatali.
Secondo gli esperti Efsa il batterio killer può trovarsi sia sulla superficie delle verdure sia al loro interno, sia prima sia dopo essere stati raccolti. Sebbene la prevalenza generale della contaminazione da STEC nei vegetali in Europa sia molto bassa, c’è un numero sempre maggiore di studi scientifici internazionali che dimostra la presenza di focolai di epidemie, soprattutto nei germogli e nelle verdure a foglie verdi. E anche la contaminazione interna, cioè nelle radici, non può essere del tutto esclusa.
Cosa fare allora per tutelarsi? L’Efsa fa l’elenco delle misure indispensabili per diminuire al massimo il rischio di contagio. Attenzione però, il rischio zero non esiste.
1. Le aziende che lavorano frutta e verdura fresca devono attenersi alle cosiddette Good Agricultural Practices (GAPs), Good Manufacturing Practices (GMPs), e Hazard Analysis and Critical Control Point (HACCP);
2. tutti gli operatori che lavorano in queste aziende devono essere sottoposti a test per controllare la loro positività al batterio perché potrebbero essere dei portatori asintomatici dell’infezione;
3. Prima della raccolta va evitato che animali, soprattutto ruminanti, pascolino nelle immediate vicinanze delle colture; l’acqua usata per l’irrigazione deve avere una qualità microbiologica adeguata; i concimi devono essere conservati e maneggiati secondo norme igieniche;
4. L’unico modo per eliminare il batterio dal cibo è cuocerlo o irradiarlo, i metodi di sterilizzazione chimica potrebbero non essere sufficienti;
5. Nei prodotti commercializzati come pronti al consumo deve essere rispettata la catena del freddo;
6. A casa: lavarsi le mani prima e dopo aver preparato da mangiare; lavare frutta e verdura con acqua corrente potabile; evitare la contaminazione fra diverse varietà; mantenere la temperatura del frigorifero bassa; spellare e cuocere frutta e verdura ogni volta che è possibile.
come argomento, è molto interessante, molto ricco i particolari e ben scritto..
distinti saluti..