Un vaccino che permette al sistema immunitario di riconoscere le cellule del cancro al seno e lo attiva affinché le distrugga in modo mirato. A realizzarlo sono stati i ricercatori del Cancer Center della University of Georgia (Athens, Usa), che nello studio pubblicato su Proceeding of the National Academy of Sciences mostrano come il nuovo farmaco sia in grado di ridurre le masse tumorali nei topi che sviluppano neoplasie paragonabili a quelle umane. Una scoperta che, secondo gli scienziati, potrebbe avere implicazioni importanti anche nella cura di altri tumori con caratteristiche simili.
Le cellule neoplastiche associate con il cancro al seno si distinguono da quelle sane per l’eccesso sulla superficie esterna di una proteina di membrana: la MUC1, associata a molecole di zuccheri (carboidrati) a catena breve (diversa per struttura da quella dei tessuti sani). L’eccessiva produzione di questa proteina – che tra l’altro stimola la crescita stessa del cancro – è stata riscontrata anche nelle cellule prodotte da altri tumori, come quello alle ovaie, al pancreas, al colon e nei mielomi multipli. Nonostante questo però il sistema immunitario non riconosce queste proteine anomale come estranee o pericolose per l’organismo, e quindi non si attiva per “combatterle”. Per superare l’ostacolo, i ricercatori hanno quindi pensato di creare un vaccino che “insegni” al nostro sistema immunitario a riconoscere e colpire selettivamente le cellule che presentano queste proteine.
Il farmaco-vaccino messo a punto dagli scienziati è costituito da tre componenti principali: i primi due attivano il sistema immunitario e stimolano la produzione dei linfociti T (i globuli bianchi deputati a difendere l’organismo dall’azione di molecole estranee, come ad esempio quelle virali), il terzo, invece, è quello in grado di riconoscere i carboidrati associati alla proteina MUC1 e quindi capace di distinguere le cellule tumorali da quelle sane. In tal modo, la risposta del sistema immunitario viene indirizzata selettivamente solo contro le prime.
Come spiegano i ricercatori, pur essendo la prima volta che viene realizzato un vaccino con questa modalità d’azione, durante la sperimentazione sui topi il farmaco ha dato buoni risultati: “Provoca una risposta immunitaria molto forte – ha spiegato Geert-Jan Boons della University of Georgia, tra gli autori della ricerca – e riduce le dimensioni del tumore in media dell’ottanta per cento”. Naturalmente per valutare la corretta funzionalità nella specie umana sarà necessaria un’ulteriore fase sperimentale, ma secondo gli scienziati il vaccino potrebbe rivelarsi efficace nel trattamento di tutte quelle neoplasie che presentano lo stesso tipo di zuccheri sulla superficie cellulare; sia per prevenire eventuali ricomparse, sia come profilassi negli individui ad alto rischio di sviluppare tali tumori.
Credits immagine: Paul Falardeau/Creative Commons/Flickr