Calciatori, attenti al colpo di testa

Il colpo di testa è considerato uno momento essenziale del gioco del calcio: è stato calcolato che, in media, i giocatori colpiscono la palla con la propria testa tra le 6 e le 12 volte durante le partite, e più di 30 volte durante gli allenamenti. Solo recentemente i possibili effetti di questo movimento hanno iniziato a provocare preoccupazione tra i giocatori, professionisti e dilettanti, e con cognizione di causa: uno studio condotto da Michael L. Lipton, direttore associato del Gruss Magnetic Resonance Research Center, ha mostrato come effettivamente i calciatori che colpiscono la palla di testa frequentemente ottengano punteggi più bassi nei test di memoria e presentino anomalie simili a quelle trovate in pazienti che hanno subito un danno traumatico al cervello.

“Colpire di testa la palla non è un impatto di un’intensità che può lacerare le fibre nervose nel cervello”, ha commentato Lipton. “Ma farlo ripetutamente potrebbe azionare un processo a cascata che può portare alla degenerazione delle cellule cerebrali nel tempo”. Grazie alla tecnologia dell’imaging con tensore di diffusione (Dti), una forma molto avanzata di risonanza magnetica, i ricercatori sono in grado di osservare microscopici cambiamenti nella materia bianca, una zona composta da miliardi di fibre nervose che agiscono da connettori tra le varie regioni cerebrali, e di misurare una grandezza chiamata anisotropia frazionale (Fa). In un cervello sano, la Fa ha valori alti, mentre una Fa estremamente bassa è associata a menomazioni cognitive, in pazienti che hanno subito traumi.

Lipton e colleghi hanno eseguito queste analisi su 37 giocatori amatori di calcio, di cui 29 erano uomini, con età media di 31 anni. In media, i partecipanti giocavano da 22 anni, e dovevano aver giocato per almeno 10 mesi del 2012. I ricercatori hanno stimato quanto spesso la testa dei giocatori aveva colpito la palla su base annuale, e hanno identificato le regioni del cervello in cui il valore dell’Fa è variato in seguito a dei colpi di testa. Questa analisi ha mostrato che c’erano aree in cui l’Fa era significativamente più basso nei calciatori che avevano colpito più spesso la palla. I partecipanti sono anche stati sottoposti a dei test cognitivi, in cui hanno ottenuto bassi risultati per quanto riguarda la memoria.

“I risultati del nostro studio hanno mostrato anomalie della materia bianca simili a quelle che abbiamo visto in pazienti con commozioni cerebrali“, conclude Lipton. “I calciatori che colpiscono la palla più di 900 volte l’anno hanno un Fa significativamente più basso in tre aree della materia bianca del lobo temporale-occipitale. Quello che abbiamo mostrato è che c’è una prova convincente che ci sono dei cambiamenti nel cervello associati al colpire la palla frequentemente. Ulteriori ricerche dovrebbero essere una priorità. Nel frattempo, limitare il numero di colpi di testa potrebbe essere un buon modo per prevenire lesioni del cervello”.

Riferimenti: RSNA

Credits immagine: zachstern/Flickr

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