Nel 2050 saremo circa nove miliardi di persone. Così tante che, per sfamarci tutti, secondo la Fao (Food & Agriculture Organization) la produzione alimentare dovrà quasi raddoppiare, facendo i conti al tempo stesso con i cambiamenti climatici, la scarsità di acqua e superfici coltivabili, e l’eccessivo sfruttamento dei mari. C’è bisogno di un cibo nuovo – soprattutto nuove proteine animali – e quel cibo potrebbe essere rappresentato dagli insetti. A maggior ragione considerando che coleotteri, bruchi, api, vespe, formiche, grilli e cavallette sono già consumati in diverse parti del mondo.
La Fao stessa ci crede, e neanche un anno fa ne discuteva alla prima conferenza internazionale intitolata Insect to Feed the World. E ci crede anche il ricercatore ventisettenne Stefan Klettenhammer, l’altoatesino che insieme al collega Meinrad Koch ha sviluppato una barretta al müsli a base di larve, premiata dall’Accademia svizzera delle scienze tecniche, riferisce l’Ansa. In tutto e per tutto simile a una barretta energetica (negli Usa qualcosa di simile, con le barrette a base di farina di grilli, si era già visto), se non fosse per quel 23% di contenuto proteico, di cui la metà proviene dai vermi della farina. Da questi infatti, attraverso un procedimento non così diverso da una centrifuga, vengono estratte le proteine animali poi incluse nella preparazione della barretta.
“L’allevamento di insetti è la bassa tecnologia e facilmente realizzabile anche nei paesi poveri del mondo”, commenta Klettenhammer, che liquida così il possibile disgusto che in molte società – la nostra compresa – potrebbe causare l’idea di mangiare insetti: “Gli insetti possono avere un sapore eccellente. Tutto dipende dalla preparazione e questo vale per molti cibi”. E il discorso vale tanto per gli esseri umani che per gli animali, che potrebbero essere sfamati anch’essi da mangimi a base di insetti. E anche qui è forte l’interesse degli italiani.
Via: Wired.it
Credits immagine: thewooj [50mm]/Flickr CC