La sonnolenza diurna e i disturbi del sonno, collegati talvolta a malattie come l’apnea notturna, possono moltiplicare significativamente il rischio di incidenti stradali, in alcuni casi specifici fino a quattro volte. Lo rivela uno studio promosso dal Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova di Gianluigi Mancardi e la multinazionale CNH-Industrial IVECO e ideato e coordinato dal neurologo Sergio Garbarino. Alla ricerca, unica nel suo genere, hanno collaborato il Paolo Durando del Dipartimento di Scienze della Salute di Genova e Nicola Magnavita dell’Istituto di Sanità Pubblica dell’Università Cattolica di Roma.
Carenza di sonno: un rischio mortale
E’ ampiamente documentata l’esistenza di una correlazione tra carenza di sonno e rischio di incidenti stradali. Solamente in Italia, nel 2015 ben 12.180 su 174.000 incidenti stradali (dati Istat) sono stati causati da autisti affetti da sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), con un tragico bilancio di circa 240 morti e 17.224 feriti. Tant’è che un documento approvato da Governo e Regioni ha definito questa malattia “Un grave e crescente problema sanitario, sociale ed economico”.
Tuttavia, questo è il primo studio in Italia ad affrontare la salute e le abitudini di un vasto numero di autotrasportatori, circa 950 soggetti ed a tenere conto contemporaneamente di tutte le principali problematiche relative al sonno che influiscono sulla capacità di guida: apnea notturna, carenza cronica di sonno e sonnolenza diurna.
Il debito di sonno
I ricercatori hanno preso in esame la quantità di sonno desiderata e il numero di ore effettivamente dormite, così da calcolare il debito di sonno, cioè le ore che effettivamente mancano rispetto alle necessità psicofisiche di ciascun partecipante. A questo punto è stato misurato con esattezza il rischio di incidente di un camionista che dorme meno del dovuto. I risultati sono incredibili: per chi dorme due ore meno del dovuto (quindi non più di sei ore a notte) il rischio incidenti raddoppia, triplica con tre ore in meno di sonno a notte rispetto a quelle necessarie, e per chi ha dormito quattro o meno ore il rischio è addirittura quattro volte maggiore.
“In generale”, chiarisce Magnavita,”si ritiene che sia necessario dormire tra le sei e le otto ore al giorno, ma certamente va tenuto conto che ognuno ha le sue abitudini. Per calcolare la carenza di sonno abbiamo chiesto ai camionisti quanto avrebbero voluto dormire e quanto avevano effettivamente dormito”.
20 minuti per il sonnellino salva vita
Infine la ricerca conferma quello che era emerso da precedenti studi del gruppo di Garbarino: il riposino pomeridiano è utile per annullare l’aumento di rischio di incidente da carenza di sonno, ma solo se ha una durata di circa 20 minuti. “Riuscire a calibrare il diverso impatto di eccessiva sonnolenza diurna (EDS) e OSAS sul rischio di incidenti e infortuni sulle strade ma anche sul luogo di lavoro”, dichiara Sergio Garbarino,”permette di impostare corrette e mirate strategie preventive sia sull’incidentalità che sulla salute del guidatore, ma anche del lavoratore in generale. Noi ricercatori possiamo fornire indicazioni e dati scientifici che vanno in questa direzione, ma è arrivato il momento che le istituzioni competenti facciano finalmente la loro parte”.
Riferimenti: Sleep Apnea, Sleep Debt and Daytime Sleepiness Are Independently Associated with Road Accidents. A Cross-Sectional Study on Truck Drivers; Sergio Garbarino, Paolo Durando, Ottavia Guglielmi, Guglielmo Dini, Francesca Bersi, Stefania Fornarino, Alessandra Toletone, Carlo Chiorri, Nicola Magnavita Plos One http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0166262