L’IMMUNOTERAPIA cambierà la cura del cancro al seno più difficile da affrontare, il triplo negativo, e si attendono dati anche per un altro tipo di tumore, l’HER2 positivo, e per quelli in fase non avanzata.
LA TESTA DI PONTE
La strategia che ha già rivoluzionato la storia di altre neoplasie un tempo incurabili, come il melanoma, i tumori del polmone e quelli di testa-collo, sta finalmente dimostrando la sua efficacia anche nel carcinoma mammario. La sfida si è aperta ufficialmente lo scorso ottobre, con la presentazione dei primi dati dello studio IMpassion130 al congresso europeo di oncologia di Monaco: l’aggiunta dell’immunoterapico atezolizumab alla chemioterapia con nab-paclitaxel ha determinato un aumento della sopravvivenza libera da progressione di malattia in tutte le pazienti, e in particolare in chi presentava alti valori del marcatore PD-L1 (contro cui è diretto atezolizumab), con una differenza di circa 10 mesi rispetto alla sola chemioterapia (25 rispetto a 15).