I sogni in cui si rivive il consumo di alcol e droghe sono ricorrenti tra le persone in fase di recupero. Questi sogni sono spesso brevi ma assai intensi, molto più precisi e chiari del solito. Il sognatore ha l’impressione fortissima che la ricerca, il desiderio della sostanza e il suo consumo siano eventi reali, come anche gli effetti[. Può anche provare il sollievo di aver soddisfatto un desiderio a lungo soppresso nell’astinenza, oppure il rimorso per esserci ricaduto. Di solito il sogno termina con un improvviso risveglio, che può essere accompagnato dalla sensazione di frustrazione perché l’uso non è realmente avvenuto. Da qui, spesso, consegue un aumento del desiderio della sostanza, il craving vissuto nelle ore successive. Talora, invece, al risveglio permane il senso di colpa vissuto nel sogno.
Nella trama dei sogni le fasi del recupero
“In dreams begins responsibility”, scriveva William Yeats nel frontespizio di una sua raccolta di poesie pubblicata nel 1915. Parole che sembrano alludere proprio al mutare dei sogni con il procedere del percorso di recupero. Nel tempo, infatti, con il prolungarsi dell’astinenza, questi sogni si fanno meno frequenti, lasciando eventualmente il campo a esperienze oniriche in cui la persona riesce a controllare il desiderio e a evitare l’uso della sostanza pur avendone l’opportunità. Ad esempio, nel sogno il soggetto in recupero può osservare gli amici usare la sostanza senza assumerla anch’egli oppure rifiutandola espressamente.
In qualche modo il sogno sembra riflettere gli stadi della riabilitazione, le dinamiche del desiderio della sostanza. Le trame dei sogni in astinenza e nel recupero racconterebbero cioè l’evoluzione degli equilibri/squilibri neurofarmacologici prodotti nel cervello dalla sostanza e dal campo di forze emotive, motivazionali, ambientali, affettive e materiali dentro cui vive l’individuo. I sogni delle droghe sembrano così coerenti con la capacità di regolare il desiderio della sostanza e il controllo del suo uso.
Nonostante il grande potenziale scientifico e terapeutico, le ricerche sperimentali, cliniche e epidemiologiche sui sogni delle droghe e delle sostanze sono ancora poco sviluppate. Per comprendere meglio e curare più efficacemente le dipendenze sarebbe invece assai utile avere conoscenze precise sulle eventuali interconnessioni tra meccanismi cerebrali del sogno, del sonno e determinanti del desiderio, del craving e dell’autocontrollo. Come anche sulle correlazioni tra tipologia dei sogni delle sostanze e rischio di ricadute, tra vissuto affettivo nel sogno e motivazione al recupero, capacità di gestione del desiderio.
Verso una nuova identità personale
La natura di questi sogni delle droghe potrebbe indicare gli snodi dell’itinerario verso una nuova identità personale, non più assimilata a quella di soggetto dipendente, non più costruita sul rapporto con la sostanza e con l’identità riflessa degli altri soggetti con cui si condivide l’esperienza della dipendenza. È qualcosa che per molti versi richiama le associazioni tra le dinamiche dell’identità delle persone in cui si sono spezzati rapporti affettivi lunghi e profondi (per lutto o per separazione) e l’evolvere dei sogni in cui si rivedono le persone perdute.
Anche attraverso il sogno, un individuo in recupero può ricostruirsi una sua identità propria, coerente, unita e singolare, per questo bisognerebbe porre più attenzione ai sogni nella fase di recupero. Come suggeriscono le scienze cognitive, la coerenza, l’unità e la consapevolezza dell’identità personale sono le condizioni necessarie per migliorare il controllo volontario, la capacità di scegliere, vale a dire per l’effettivo esercizio della libertà, che è in-dipendenza, autonomia e autoregolazione (ne ho parlato in questo post,dove è anche possibile vedere la registrazione di una mia lezione sull’argomento).
La versione integrale di questo articolo, completo di bibliografia, è consultabile sul sito Psicoattivo.