Addio gif, ecco il png

    Linux non deve essere l’unico sinonimo di open source. E’ questa la parola d’ordine che sembra animare i programmatori negli ultimi anni. Il successo ottenuto dal sistema operativo freeware ideato nel 1991 dall’allora studente dell’Università di Helsinki Linus Torvald, che oggi conta più di cinque milioni di utenti, sembra essere lo stimolo giusto per nuove battaglie contro i Golia, i colossi dell’informatica americana. Microsoft su tutti. Il Davide di turno è il Png (Portable Network Graphics – http://www.cdrom.com/pub/png) – pronunciato ping – un nuovo formato per le immagini grafiche web-oriented (pensate appositamente per il web) che promette risoluzioni migliori in file di dimensioni ridottissime. E soprattutto, visto che il suo codice sorgente è accessibile a tutti, per sviluppare questa tecnica di compressione non si dovranno pagare le royalties come invece avviene per chi vuole cimentarsi con il formato Gif.

    Un po’ di storia. Tra il 1977 e il 1978 due ricercatori israeliani, Abraham Lempel e Jacob Ziv, svilupparono alcuni algoritmi di riduzione del volume dei dati informatici capaci di un rapporto di 2 a 1, cioè di dimezzare le dimensioni di un file (le tecniche vennero chiamate Lz77 e Lz78). Cinque anni dopo, un altro ricercatore, Terry Welch, trovò una variante dal rendimento ancora migliore, e gli diede il nome di Lzw (Lempel-Ziv-Welch). Welch, entrato poco dopo nella società informatica Unisys di Burroughs, brevettò la tecnica Lzw a favore dell’azienda americana nel dicembre 1985. Nel frattempo CompuServe, tra le più grandi aziende del mercato informatico statunitense, concentrava i suoi sforzi per mettere a punto un formato grafico chiamato Gif (Graphics Interchange Format), che venne realizzato nel 1987 adottando l’algoritmo di compressione di Welch. Fatto sta che dopo un tacito accordo durato molti anni – più o meno fino all’esplosione commerciale di Internet – il 28 dicembre 1994 Unisys e CompuServe dichiararono congiuntamente che chiunque avesse deciso di sviluppare implementazioni del formato Gif avrebbe dovuto pagare delle royalties a entrambe.

    E qui nasce il Png, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Pbf (Portable Bitmap Format). Nel gennaio 1995, grazie all’iniziativa di Thomas Boutell e di un gruppo spontaneo di lavoro nato su Internet (il Png Development Group), venne varato un progetto da portare avanti in pieno stile open source. Nel giro di pochi mesi il Png cominciò ad avere una struttura stabile e a rispecchiare integralmente le caratteristiche del suo nome. “Portable”, perché grazie alla sua capacità di memorizzare informazioni addizionali riesce a effettuare una correzione automatica in grado di mantenere una visualizzazione uguale su tutte le configurazioni hardware e software possibili (perché forse non tutti sanno che, per esempio, un immagine “classica” generata da un Pc ha una luminosità diversa se visualizzata su un Macintosh e viceversa). E “Network”, perché nonostante una migliore qualità grafica, il Png risulta sempre di dimensioni più contenute rispetto al Gif del 10-30 per cento, accorciando l’attesa di chi sfoglia le pagine sul Web.

    Non è tutto: il livello di dettagli del Png è decisamente maggiore rispetto al Gif. Quest’ultimo infatti permette a ogni pixel, cioè il più piccolo degli elementi che vengono visualizzati su un monitor, una semplice trasparenza binaria. Ciò significa che un pixel, può essere solo trasparente oppure opaco. Tramite l’introduzione dei canali Alpha nella definizione dell’immagine il Png può invece raggiungere fino a 65.536 livelli di trasparenza parziali. In parole povere: se realizziamo una figura che sfrutta appieno i giochi di trasparenze, quando questa verrà posizionata su uno sfondo essa cambierà le sfumature a seconda del colore dello sfondo, senza bisogno di ulteriori processi elaborativi da parte nostra.

    L’unica pecca di questo formato grafico rispetto al vecchio Gif è l’assenza delle funzionalità animate. Ma niente paura, le animazioni arriveranno con il nuovo Mng (Multiple-image Network Graphics – http://www.cdrom.com/pub/mng) – pronunciato ming – ovvero un progetto parallelo per il quale le linee guida sono ancora in fase di definizione. Il Png è invece arrivato alla versione 1.2 (la 1.3 è prevista per i primi mesi del 2000), è già approvato come “recommendation” dal World Wide Web Consortium (http://www.w3.org) e viene integrato di fatto dai due browser più diffusi (Netscape Navigator e Internet Explorer) e da centinaia di altre applicazioni.

    Ma per il Png è già ora di guardare al futuro: aspettando che il suo utilizzo prenda definitivamente piede su Internet, questo nuovo formato grafico infatti fa già parte del profilo inglese per il prossimo Mheg-5, la nuova generazione del sistema televideo che condividerà un gran numero di caratteristiche con l’Html.

    LASCIA UN COMMENTO

    Please enter your comment!
    Please enter your name here