Incidenti nucleari

    Le incombenze quotidiane distolgo l’attenzione da temi così complessi, ma di fronte alle notizie di incidenti nucleari la preoccupazione cresce e la domanda di informazioni si fa più urgente.
    Cosa è successo e perché? Quali i rischi per la salute umana e la salubrità dell’ambiente? Gli impianti in attività sono davvero sicuri? E il problema delle scorie, come viene affrontato? Oggi l’attenzione è focalizzata su Fukushima, ma gli incidenti di Chernobyl (1986) e di Three Mile Island (1979) possono considerasi “risolti”?

    Le centrali nucleari sono fonti di approvvigionamento energetico per diversi Paesi, sebbene la scelta della loro istallazione sia sempre piuttosto controversa. In caso di incidenti, infatti, i danni che possono seguirne sono estremamente rilevanti. D’altra parte, non solo il combustibile utilizzato è pericoloso, ma anche gli scarti che ne derivano. E il problema dello smaltimento delle scorie radioattive rimane a tutt’oggi ampiamente irrisolto.

    La gran parte della popolazione non conosce i meccanismi di funzionamento dei reattori, il grado di sicurezza degli impianti, la reale disponibilità di uranio, le strategie di gestione degli scarti. Scarsa è anche la familiarità con la radioattività, gli elementi da cui si produce e i tipi di particelle emesse, i tempi di decadimento, i danni che provoca agli esseri viventi e le eventuali misure di contenimento.

    Intervengono
    Sandro Sandri, responsabile Laboratorio Radioprotezione , ENEA e Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare, Politecnico di Torino

    coordina Silvia Bencivelli , giornalista scientifica, Radio3 Scienza

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