Nel 2015 una coppia su tre avrà problemi di infertilità, e a non poter procreare saranno in maggioranza gli uomini. Queste le conclusioni di due studi presentati durante il convegno annuale della Società Europea di Riproduzione umana e di embriologia in svolgimento in questi giorni a Copenhagen. Secondo William Ledger, direttore della clinica di ginecologia e ostetricia all’Università di Sheffield, il declino della fertilità è il risultato di un insieme di fattori: non solo la scelta delle donne di fare figli oltre i 35 anni, l’età in cui la fertilità comincia a diminuire, ma anche la maggiore esposizione a infezioni sessuali, ai danni provocati dall’obesità, alle sostanze inquinanti. La seconda ricerca, condotta da comitato scientifico della stessa società scientifica, ha considerato i cicli di riproduzione assistita a cui sono ricorsi i cittadini europei nel 2002. Ebbene, quelli di Icsi (iniezione introcitoplasmatica di sperma), la tecnica usata quando i problemi di procreazione sono a carico dell’uomo, hanno superato i cicli di Ivf, usata invece quando l’infertilità è femminile. Nel 1997 i cicli di Icsi erano il 43,7 per cento, nel 2002 il 52 per cento. Un trend che, secondo gli esperti, dimostra la crescita dell’infertilità maschile. (l.g.)