È peggio di quanto sembrasse. Riparare il danno al Large Hadron Collider (Lhc) richiederà un po’ più di tempo del previsto (vedi Galileo): è difficile che la macchina possa ripartire prima della prossima estate e serviranno almeno 21 milioni di dollari.
Il guasto all’acceleratore di paticelle più potente del mondo si era verificato il 19 settembre scorso, ovvero nove giorni dopo l’avvio. Durante alcuni test di potenza del settore 3-4, c’è stata una consistente fuoriuscita di elio che si è riversato nel tunnel. I primi controlli hanno confermato che l’incidente è stato provocato da un difetto nella connessione elettrica tra un dipolo e un quadripolo di un supermagnete di raffreddamento. Lhc opera infatti a temperature che scendono fino a 271 gradi sotto lo zero e i tecnici hanno dovuto aspettare che la zona interessata dal guasto si riscaldasse in modo graduale. “Ora il settore è caldo: siamo in grado di recarci fisicamente sul posto e analizzare ogni interconnessione”, fanno sapere dal Cern. Che conferma che il costo per la riparazione ricade nel budget previsto (qui per informazioni dettagliate sul guasto). (t.m.)